Al convegno “Uomo-donna immagine di Dio. Per un’antropologia delle vocazioni” svoltosi in Vaticano, Papa Francesco non ha esitato a riportare l’attenzione sul tema gender, da lui discusso anche in alcune precedenti occasioni. Il Pontefice ha condannato tale ideologia, definendola “il pericolo più brutto” e invitando i fedeli ad alcune riflessioni e letture.
Negli scorsi giorni si è svolto il convegno “Uomo-donna immagine di Dio. Per un’antropologia delle vocazioni” promosso dal Centro di Ricerca e Antropologia delle Vocazioni. Durante questo evento si discutono temi legati all’antropologia, al pluralismo, al cristianesimo, e a temi ad essi legati. Quest’anno il Papa, che di norma partecipa attivamente, non ha potuto dibattere a lungo a causa di un forte raffreddore, ma ha comunque voluto fare un breve saluto a braccio, nel quale è tornato a condannare l’ideologia gender.
Secondo il Pontefice, infatti, questa concezione rischia di annullare le diversità, da lui ritenute di fondamentale importanza, e ha infatti chiesto di condurre degli studi sull’argomento. Come riportato da Vatican News, durante il suo breve discorso ha infatti affermato: “cancellare la differenza è cancellare l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda tensione”.
Papa Francesco nella sua esposizione si concentra sul significato della vita in sé e sul fatto che essa non sia da intendere come un qualcosa di meccanico di cui gli uomini e le donne sarebbero semplici ingranaggi. Il Pontefice ritiene infatti che ognuno di noi sia parte di un disegno d’amore e che nessuna vita sia un incidente di percorso, affermando: “Io esisto e vivo in relazione a chi mi ha generato, alla realtà che mi trascende, agli altri e al mondo che mi circonda, rispetto al quale sono chiamato ad abbracciare con gioia e responsabilità una missione specifica e personale”.
Sua Santità, durante il discorso, fornisce anche qualche piccolo consiglio di lettura, che dovrebbe aiutare a comprendere il tema dell’ideologia gender e i pericoli da esso derivanti. In particolare, fa riferimento a “Il padrone del mondo” di Robert Hugh Benson, che, nel romanzo distopico, illustra i pericoli che l’omologazione porterebbe con sé. Papa Bergoglio spiega quanto tale romanzo, pubblicato nel 1907, abbia anticipato i problemi attuali e sia stato in qualche modo “profetico”.
Infine, il Pontefice sottolinea l’importanza di interrogarsi sulle vocazioni umane e cristiane, affermando che ogni persona ha una missione da svolgere nella vita per dare un contributo alla società. Evidenzia infatti l’importanza di vocazioni che “possano contribuire a generare la speranza in un mondo sul quale incombono pesanti esperienze di morte“.
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