Non è una novità: il calciomercato nel 2022 è stato ricco di colpi a prezzi folli, nemmeno lontanamente immaginabili qualche anno fa. Cos’è successo negli ultimi 20 anni? È un trend che si può invertire? Analizziamo com’è cambiato il mercato dai primi anni 2000 ad oggi.
Il primo turning point è riconducibile all’introduzione della moneta unica, 1 gennaio 2002: iniziamo da lì la nostra analisi. Fino a quel momento il trasferimento più costoso si attestava a 120 miliardi di lire, sborsati nell’estate del 2001 dal Real Madrid per assicurarsi le prestazioni di Zinedine Zidane, campione del mondo in carica e pilastro della Juventus.
La prima sessione di calciomercato con l’utilizzo dell’euro in Italia vide alcuni trasferimenti importanti: Hernan Crespo, dalla Lazio all’Inter per 26 milioni più il cartellino di Corradi (valutato circa 14 milioni). Alessandro Nesta, dalla Lazio al Milan per 31 milioni e Fabio Cannavaro, dal Parma all’Inter per 23 milioni.
Soltanto due colpi esteri riuscirono a superare le operazioni delle squadre italiane, in termini di costi:
Rio Ferdinand, acquistato dal Manchester United per 46 milioni di euro e Ronaldo, passato proprio dall’Inter al Real Madrid per 45 milioni.
Per trovare un’operazione che si avvicini a queste cifre bisogna andare avanti di 4 anni, al 31 maggio 2006: Andriy Shevchenko, dal Milan al Chelsea per 44 milioni di euro.
La storia è piena di campagne elettorali, elezioni e governi in grado di cambiare le sorti di un paese. L’estate del 2009 rappresenta al meglio come questo sia possibile anche per uno sport come il calcio, ma andiamo con ordine. Il 14 maggio Florentino Perez, già presidente del Real Madrid tra il 2000 e il 2006, ufficializza la propria candidatura per tornare a ricoprire quella carica.
Così come fatto 9 anni prima, mette sul tavolo un programma basato su una campagna acquisti stellare: se nel 2000 fu Luis Figo la punta del mercato, questa volta decide di puntare su Cristiano Ronaldo, esploso negli anni precedenti al Manchester United. Il 14 giugno Perez vince le elezioni e inizia a lavorare per costruire una squadra capace, nelle sue idee, di vincere la Champions League, con la finale in casa prevista il 22 maggio 2010.
Come sappiamo, non fu poi il Real Madrid ad alzare la Coppa dalle grandi orecchie al Bernabeu, bensì l’Inter di Mourinho, zeppa proprio di campioni che al Bernabeu avevano fallito, come Cambiasso, Samuel e Sneijder.
In ogni caso l’estate del 2009 verrà ricordata come quella dei trasferimenti “galactici”; ecco alcuni colpi che hanno cambiato per sempre il modo di fare mercato:
Cristiano Ronaldo, dal Manchester United per 94 milioni di euro, Kaká, dal Milan per 67 milioni e un giovane Karim Benzema, dal Lione per 35 milioni di euro.
L’esplosione del mercato spagnolo non si limitò solo ai Blancos: il Barcellona, campione d’Europa in carica, scelse di rafforzare il proprio attacco con Zlatan Ibrahimovic, prelevato dall’Inter per una cifra totale di 70 milioni di euro (cartellino di Eto’o incluso). Follie per l’epoca.
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