di Redazione NCI
Renato Capparotto, un 70enne vicentino, è stato multato lo scorso luglio dalla polizia di Palermo per la violazione dello spazio Ztl cittadino. L’uomo, stante in Sicilia per una breve vacanza, ha deciso di saldare immediatamente la sanzione potendo godere della concessione di uno sconto del 30%. La somma richiesta per estinguere l’ammenda ammontava a 71,08 euro, il bonifico versato dal signore, invece, aveva un valore di 71,07 euro. Sacrilegio! È per questo che i vigili, riconoscendo nella differenza monetaria un madornale errore o un ciclopico tentativo di truffa hanno deciso di agire, tempestivi come non mai, chiedendo di integrare il centesimo mancante onde evitare un ammanco tanto grave alle casse comunali.
Quando si dice “essere fiscali”…
L’inestimabile peso del centesimo di euro
Le dichiarazioni del carnefice/vittima al Giornale di Vicenza schiariscono i contorni dell’oscura vicenda:
“Non voglio certo che mi si passi per uno che non rispetta le leggi, sia chiaro, però vorrei spiegare com’è andata. Nella fretta di pagare la multa entro i tempi stabiliti, feci personalmente un bonifico direttamente tramite il sito bancario. Accreditando così all’ufficio dei vigili la somma di 71,07 euro, invece di 71,08. Certo è che non avrei ipotizzato neppur lontanamente che mi venisse contestato un ‘errore’ così effimero da essere di gran lunga inferiore al bollo postale richiesto per la risposta. Ribadisco il mio involontario errore, ma se c’è da dimostrare la cecità della burocrazia, questa contestazione d’ufficio può essere letta come un valore al merito ai messi comunali. Come pure di cecità e pignoleria burocratica“.
Capparotto dopo aver rimostrato tutta la sua non troppo seria delusione, ha imbucato e inviato il centesimo in una bustina con relativa ricevuta di pagamento e il seguente messaggio: “Eccovi la somma contestatami, da non confonderla come obolo, sufficiente a dimostrarvi la mia buonafede e puntigliosità vostra, che stride però con l’accoglienza per cui siete famosi“.
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di Gabriele Nostro
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