fbpx Oscar 2023: alcune considerazioni sulla notte più attesa dell'anno
Cinema & Serie TV

Oscar 2023: alcune considerazioni sulla notte più attesa dell’anno

di Lorenzo Procopio

Condividi con chi vuoi

La notte appena trascorsa ha visto svolgersi la 95° edizione dei premi Oscar, con Jimmy Kimmel tornato a fare il padrone di casa in quel di Los Angeles. Un’edizione che tutto sommato ha visto andare “tutto liscio”, specialmente se consideriamo la bufera dello scorso anno (qualcuno ha detto Will Smith?). Ma, soprattutto, gli Oscar 2023 hanno visto il trionfo assoluto di “Everything Everywhere All At Once“: 7 statuette portate a casa su 11 nomination, inclusa quella al Miglior film (qui tutti i vincitori). Eppure siamo sicuri che le polemiche anche stavolta non saranno poche, a causa di alcune scelte che onestamente fanno parecchio discutere. Noi di NCS vi proponiamo allora alcune considerazioni sulla notte più attesa dell’anno, quella che racchiude più sogni, ma anche quella che può portare alle più grandi delusioni.

La notte delle stelle tra vincitori e vinti

È vero che il successo di un film non si misura dal numero di premi che conquista. Ed è vero che, spesso, la storia degli Oscar ha premiato titoli non pienamente acclamati dal pubblico, con altri snobbati nonostante i favori di critica e botteghino. Ma è altrettanto indubbio che chiunque, lavorando nel mondo del cinema, coltivi il sogno anche utopistico di ricevere un giorno il premio più ambito. La statuetta d’oro dell’Academy, simbolo di un’industria (quella Americana) ma anche parte integrante dello stesso immaginario costruito dai film che essa riconosce.

E così la notte degli Oscar ha finito per diventare a propria volta un mondo narrativo, un film che tutti guardano e a cui tutto il mondo vorrebbe prendere parte. Senza considerare che, come in ogni storia, anche questa ogni anno presenta i propri protagonisti, lasciando a posteriori in ombra quelli secondari. È l’ombra degli scontenti, di quelli che sul palco alla fine non salgono, rimanendo tra le poltrone degli spettatori. Ancor più l’ombra scura degli “snobbati”, di coloro che quei gradini avrebbero dovuto salirli, con in cima la dannatissima statuetta ad attenderli.

 

Statuette degli Oscar (@Shutterstock)

Una grande annata di cinema

Quando un film non finisce come vorremmo facciamo tutti un po’ la stessa cosa: giudichiamo. Giudichiamo le scelte del regista, dello sceneggiatore o di chi per loro, critichiamo la storia per “come è andata”. Ed è un po’ quello che avviene ogni anno al Dolby Theatre di Los Angeles, un luogo ormai trasfigurato nella stessa materia delle pellicole (o dovremmo dire dei pixel). Se c’è una cosa che l’Academy ha insegnato, in quasi cento anni, è una: i film (e relativi successi) possono essere divisivi.

Una lezione impartita anche quest’anno, con la 95° edizione dei premi Oscar chiamata a coronare una ricchissima stagione cinematografica. Il 2022 ha visto i cinema di tutto il mondo rianimarsi grazie ai clamorosi successi di “Top Gun: Maverick” e “Avatar: La via dell’acqua“. Ha riportato in vita un’icona come Elvis e restituito al pubblico un attore amato come Brendan Fraser. Ci ha trasportato sulla piccola isola de “Gli spiriti dell’isola“, accompagnato sulla nave di “Triangle of Sadness” e abbandonato tra le trincee di “Niente di nuovo sul fronte occidentale“. Ma soprattutto ci ha scaraventato nei molteplici mondi immaginari di un multiverso formato-indipendente, quello di “Everything Everywhere All At Once” e della sua A24.

Oscar 2023: il trionfo di “Everything Everywhere All At Once”

Proprio la A24 è stata la vera regina della serata: 7 premi per “Everything Everywhere All At Once“, 2 per “The Whale“, con la dimostrazione che di questi tempi le idee più originali e forti vengono spesso dal cinema indipendente. Un dominio ampiamente pronosticato dalle sensazioni della vigilia, soprattutto per una campagna mediatica altisonante fin dall’inizio della stagione dei premi.

Brendan Fraser, dopo un letargo durato un decennio, si è riscoperto d’un tratto l’attore più amato del momento. “Everything Everywhere All At Once” si è imposto come fenomeno dell’anno, non tanto per i numeri degli incassi (inferiori a parecchi altri titoli) quanto per le lodi alla sua originalità. Un film che di sicuro ha saputo conquistare la fetta più importante dell’audience, almeno in questo caso: quella che vota. Perché è indubbia la particolare predilezione riservata dall’Academy al film, capace di vincere ben 7 premi tra cui di fatto tutti quelli più importanti: Miglior film, Miglior regia, Miglior sceneggiatura originale, Miglior attrice protagonista, Miglior attore non protagonista e Miglior attrice non protagonista.

 

Brendan Fraser

Record e mancanze che faranno discutere

C’è un dato che più di ogni altro certifica l’eccezionalità del risultato: mai nessun film nella storia degli Oscar era riuscito a vincere in tutte queste sei categorie. Quelle principali, appunto, poiché riservate agli ambiti più importanti (o almeno considerati tali) di un opera cinematografica. Mancherebbe ad onor del vero la categoria del Miglior attore protagonista, ma dal momento che il film non ne ha uno (quantomeno per l’Academy), si può dire che gli attori del film abbiano vinto tutte le statuette possibili.

Una domanda sorge spontanea: davvero il film dei Daniels – premiati anche loro a scapito di gente come Steven Spielberg o Martin McDonagh – ha meritato di fare il jackpot? Realmente la gigantesca interpretazione di Cate Blanchett in “Tàr” deve inchinarsi davanti a Michelle Yeoh? E se Jamie Lee Curtis può essere a diritto considerata un tassello della storia del cinema, dovremmo forse interpretare il premio di stanotte come un riconoscimento alla carriera?

Per dei premi Oscar più “inclusivi”

Chiariamoci, sono certamente tanti i meriti di “Everything Everywhere All At Once“. Con un piglio di indubbia freschezza è un film che in qualche modo condensa l’immaginario culturale odierno, fatto di un universo plurimo e sfaccettato in continuo movimento: quello della rete, in cui ognuno può creare e scegliere nuove versioni di sé; quello delle piattaforme audiovisive, che ogni giorno ci sommergono con una miriade di nuove storie, ognuna con il suo mondo diegetico, ognuna con il suo “diverso” universo narrativo.

Ma è proprio la parola “diversità” quella su cui un simile film sembra porre di più l’accento, nel suo conferire dignità alla rappresentazione di una minoranza (quella asiatica) all’interno di un film di genere (altra minoranza) prodotto da una casa indipendente (nuovamente in posizione minoritaria). Non è un caso che, nel corso della cerimonia, la parola “inclusione” (con annessi derivati) sia stata ripetuta fino al parossismo, a testimoniare lo sforzo culturale, oltre che politico, portato avanti dalla società (e ancor più di quella parte di società di cui l’Academy è specchio). E non sarà nuovamente un caso l’entrata in vigore, dal 2024, delle nuove regole per la candidatura agli Oscar.

 

everything everywhere

Oscar 2023: nomi snobbati che faranno discutere

A prescindere da discorsi di natura apertamente retorica, rimane il dispiacere per alcuni dei titoli più accattivanti del 2022. Su tutti “The Fabelmans“, rimasto a secco nonostante 7 nomination. Il commovente testamento artistico di Steven Spielberg ha saputo toccare le corde di molti di noi, specialmente quelli che hanno riconosciuto sullo schermo l’amore per il cinema che ci accomuna. Lo stesso si può dire per “Gli spiriti dell’isola” (9 nomination), sorretto da una sceneggiatura pressoché perfetta. E ancora Angela Bassett, la prima attrice nominata in un film dell’MCU, la cui vittoria avrebbe rappresentato un pezzo (meritato) di storia. Per non parlare delle meravigliose canzoni di Lady Gaga e Rihanna, entrambe rimaste a sedere nei rispettivi posti.

Insomma, un’edizione degli Oscar che ha visto un film dominare su tutti, lasciando al contempo dell’amaro in bocca. Siamo certi che i premi del 2023 faranno discutere ancora per molto. Ma, d’altra parte, è anche vero che fa parte del gioco. Anche attraverso i dibattiti l’Academy dimostra di saper catalizzare l’attenzione del discorso pubblico, portando in qualche modo l’acqua al proprio mulino. E voi che ne pensate? Siete d’accordo con gli Oscar di quest’anno? Fatecelo sapere sui nostri profili social. Nel frattempo continuate a seguire Nasce, Cresce, Streamma per news e approfondimenti sul mondo del Cinema e delle Serie TV!

Potrebbero interessarvi anche:

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi con chi vuoi