di Redazione NCI

In provincia dell’Aquila, esattamente a Roccaraso, un piccolo  comune di 1546 abitanti, un orso ha rubato tutti i dolci da un forno di una pasticceria. Sembra una storia uscita da qualche cartone animato ma è tutto vero. L’animale in questione,  Juan Carrito, è solito vagare durante la notte nelle zone limitrofe al parco d’Abruzzo, Lazio e Molise. Arrivato in paese e sentendo il profumo dei dolci, l’orso avrebbe prima rotto la vetrina del locale, danneggiato il tubo di scarico collegato alla finestra per rubare e poi divorare i biscotti caldi che si trovavano nelle teglie.

L’orso è figlio di Amarena

Juan Carrito, è un orso marsicano, una sottospecie dell’orso bruno comune che si trova nell’Italia centro-meridionale. La madre del cucciolo è Amarena, un orsa del parco d’Abruzzo, Lazio e Molise diventata famosa nella primavera del 2020 per aver partorito quattro orsacchiotti gemelli. L’animale, chiamata così per la sua passione per le amarene, era  tornata alla ribalta l’estate dello scorso anno. Insieme ai suoi figli molto piccoli, Amarena aveva attraversato la A25 Roma-Pescara tra Pescina e Carrito, sfruttando le cattive condizioni delle recinzioni dell’autostrada.

Diverse le scorribande in paese

L’orso non è nuovo a questo tipo di scorrazzate a Roccaraso. Spesso i cittadini lo intravedono in giro, e anche se ha il radiocollare con cui i carabinieri forestali possono seguire ogni sua traccia, spesso combina guai. La proprietaria della pasticceria  Marina Valentini, ha spiegato come Juan Carrito sia “ il più pazzerello tra i quattro cuccioli di Amarena. Gira ovunque nel paese, è già passato nei pollai e lo hanno visto vicino al cimitero. Ormai non lo ferma più nessuno”.

Il Parco nazionale  attraverso la propria pagina Facebook ha voluto rassicurare i cittadini sul continuo monitoraggio di Juan Carrito. L’Ente ha spiegato come vorrebbe “far conoscere la reale complessità che ruota attorno agli orsi e alla loro gestione. Bisogna aprire uno spazio di riflessione intorno all’orso ed al rapporto tra vite umane e vite selvatiche, con toni pacati e guidati dalla scienza”.

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di Davide Gerace

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