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Olimpiadi, gli sport più strani nella storia della manifestazione

di Alessandro Colepio

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Le Olimpiadi estive di Parigi 2024 stanno procedendo regolarmente, seppur accompagnate da una massiccia dose di polemiche. Nonostante i problemi legati alle condizioni del campus olimpico e a quelle dell’acqua della Senna, lo spirito della manifestazione è comunque capace di attirare l’interesse di milioni di appassionati da tutto il mondo, giunti in Francia per seguire dal vivo i migliori atleti del pianeta.

Uno dei pilastri su cui si sono retti i Giochi fin dalla loro prima edizione moderna, quella ad Atene nel 1896, è la continua capacità di innovarsi ed includere discipline nuove e, alle volte, stravaganti, cercando di espandere gli orizzonti dello sport oltre i canoni tradizionali. In questo articolo elencheremo i 10 sport più “strani” nella storia della kermesse olimpica: dai duelli d’onore alla tosatura dei barboncini, preparatevi ad un viaggio nel lato assurdo delle Olimpiadi.

Giochi Olimpici di Parigi 2024

Giochi Olimpici di Parigi 2024

Giochi acquatici di dubbia provenienza

Gli sport acquatici sono sempre stati una parte fondamentale dei Giochi olimpici estivi, capaci di regalare alcuni dei momenti più memorabili nella storia della manifestazione: come dimenticare Michael Phelps e la sua incredibile collezione di medaglie d’oro e record personali?

Alle discipline più comuni, come il nuoto sincronizzato o le gare individuali nei vari stili di nuoto, sono state affiancate altre competizioni molto più bizzarre, aggiunte e poi rimosse nel corso degli anni. A partire dal nuoto sincronizzato in solitaria, introdotto nel 1984 e durato fino a Barcellona 1992, che già nel nome racchiude un’inspiegabile incoerenza: nel nuoto sincronizzato tradizionale, una squadra di atleti deve coordinare perfettamente i propri movimenti, cosa che non può accadere con un solo nuotatore in acqua.

Tornando indietro nel tempo fino ai primi del ‘900, precisamente al 1904, arriviamo alle Olimpiadi estive di St. Louis, dove fu introdotta la divertente disciplina del tuffo a distanza. Gli atleti dovevano tuffarsi e poi proseguire, nuotando sotto la superficie dell’acqua, cercando di arrivare il più lontano possibile in un minuto di tempo. Questa stranissima gara fu vinta dall’americano William Dickey, soprannominato Drifting Dickey forse per la sua capacità di scivolare sul fondo della piscina.

Torniamo ancora indietro nel tempo, all’edizione di Parigi 1900 (che vi consiglio di tenere bene a mente per il resto della lettura): un tratto della Senna fu chiuso per far sfidare gli atleti in una gara di nuovo che prevedeva lo slalom, anche subacqueo, di barche ed altri ostacoli.

Qualcuno, più o meno nello stesso periodo, ha anche pensato di provare a unire l’atletica e gli sport acquatici, visto che nel 1900 il programma olimpico ha accolto ufficialmente la disciplina dei 3000 metri siepi: si tratta di una corsa ad ostacoli in cui alcune barriere (dette riviere) nascondono una pozza d’acqua, in cui i concorrenti cadono e dalla quale devono poi uscire. Ci sono 28 ostacoli tradizionali e 7 riviere, per un totale di 35 salti. Fra queste tre discipline è quella che ha avuto maggior fortuna, visto che è arrivata fino ai giorni nostri.

Nuoto (@Shutterstock)

Giochi…animaleschi alle Olimpiadi

Per quanto il rispetto degli animali sia uno dei valori etici alla base della cultura moderna, una pagina tanto bizzarra quanto infame della storia dei Giochi ha incluso discipline che oggi fatichiamo a definire animal-friendly. Partiamo ancora dalle Olimpiadi di Parigi 1900, dove sono state disputate le gare di salto in alto e salto in lungo a cavallo, in cui il fantino aveva ben poca capacità di incidere sulla prestazione del suo destriero.

La stessa edizione ha ospitato anche un’altra disciplina poco simpatica agli animalisti, il tiro al…piccione! Le regole erano semplici: i tiratori non potevano mancare più di due uccelli di fila, altrimenti sarebbero stati eliminati. Il vincitore, un belga di nome Leon De Lunden, è riuscito ad abbattere ben 21 piccioni sulla strada per la medaglia d’oro.

Rimaniamo ancora nella Parigi del 1900, una vera fucina di stranezze, per quella che è a mani basse la competizione più incredibile nella storia delle Olimpiadi: la tosatura del barboncino! Si, era solo una disciplina di prova senza status olimpico, eppure 128 concorrenti si sono effettivamente dati battaglia nella Francia di inizio XX secolo per mostrare la loro abilità nel tosare quanti più barboncini possibili. Vinse una certa Avril Lafoule, le cui forbici ripulirono perfettamente ben 17 cani.

Barboncino (@Shutterstock)

Discipline retrò

Abbandoniamo la Parigi di inizio XX secolo (finalmente) e facciamo un salto nel tempo di 12 anni, alle Olimpiadi di Stoccolma 1912. Fra gli sport inclusi nella kermesse svedese c’era il duello con la pistola: niente paura, i concorrenti non dovevano spararsi a vicenda, bensì colpire con la maggior precisione possibile dei manichini, vestiti da gentiluomini per l’occasione.

Anche il pentathlon moderno, disciplina tutt’ora inclusa nel programma dei giochi, conserva ancora quell’aria medievale che evidentemente tanto piace ai Comitati organizzatori: i 5 sport previsti – nuoto. scherma, salto ad ostacoli, corsa su lunghe distanze, tiro al bersaglio – rappresentano tutte le capacità necessarie per essere un buon cavaliere d’altri tempi. Oggi sembra più che altro un’accozzaglia poco ragionata di sport completamente diversi fra loro.

Come avrete potuto ben capire, le Olimpiadi non sempre riescono a mantenere quell’aura di sacralità che le circonda: spesso diventano un campo di infinite sperimentazioni, non sempre del tutto positive.

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