Il 12 marzo del 1863 nasceva a Pescara Gabriele d’Annunzio, poeta e scrittore affermato, amato e allo stesso tempo odiato. Tanto erano perfetti i suoi versi, tanto erano precisi i personaggi dei suo romanzi nel descrivere un nuovo tipo di umanità, tanto era eccentrico l’autore. A distanza di 160 anni dalla nascita di una delle figure più iconiche della letteratura, vediamo alcune curiosità su d’Annunzio.
In realtà, a Pescara quell’anno non nacque nessun Gabriele d’Annunzio, bensì un tale Gabriele Rapagnetta, figlio di Francesco. In seguito, il padre adottò il cognome che tutti conosciamo grazie all’acquisizione del cognome di uno zio. Va da sé che Gabriele decise fin dai suoi esordi letterari di firmarsi con il cognome acquisito, percepito come nobile e altisonante. Del resto, chi ben comincia…
Cosa sarebbe disposto a fare un uomo per ottenere successo? Ovviamente la risposta varia da individuo a individuo, ma il caso del poeta pescarese divenne emblematico. Per dare maggiore pubblicità alla sua seconda edizione di Primo Vere (una raccolta di poesie), e quindi per aumentarne le vendite), d’Annunzio inscenò la propria morte. In questo modo, i giornali fecero il suo gioco, piangendo la sua “scomparsa” ed elogiando la raccolta di poesie. Passato qualche giorno, il buon d’Annunzio fece la sua ricomparsa nei salotti buoni della società, destando parecchio clamore, ma soprattutto avendo guadagnato discretamente da questa mossa.
Difatti, questa fu la prima strategia di marketing consapevole ad essere adottata da un autore; indubbiamente immorale, ma funzionale e remunerativa.
Ricollegandoci a quanto detto poco sopra, possiamo certamente affermare che il “Vate” (espressione di un altro poeta, Giosuè Carducci), fu uno dei primi addetti al marketing. A partire dai primi anni del ‘900 numerose aziende si affidarono a d’Annunzio per creare slogan, acronimi o semplicemente per fare da testimonial. Tra gli altri, ricordiamo la creazione dell’acronimo “SAIWA” (azienda di biscotti e dolci) e il nome dei grandi magazzini “La Rinascente”. Inoltre, fu testimonial di diversi amari e coniò alcune parole che ancora oggi utilizziamo. Ad esempio, il termine tramezzino, usato per sostituire l’inglese sandwich.. oppure Vigili del Fuoco al posto di pompieri ( il riferimento era alle omonime figure presenti nell’Antica Roma).
Concludiamo con degli episodi sicuramente più famosi ma che merita comunque una menzione. L’autore de Alcyone, durante la Prima Guerra Mondiale combatté tra le fila italiane e divenne famoso per alcune sue imprese, come il Volo su Vienna e la Beffa di Buccari. Tuttavia nel settembre del 1919, non particolarmente contento dei trattati di pace che non avevano dato all’Italia la città di Fiume, pensò bene di occuparla.
Ebbene sì; insieme a un gruppo di volontari, d’Annunzio entrò nella città di Fiume (oggi Rijeka), in quel momento territorio di nessuno (era infatti contesa tra Italia e la futura Jugoslavia). Per scongiurare che una crisi internazionale del genere portasse a una nuova guerra, dovette intervenire l’esercito italiano, che fece sgomberare d’Annunzio e la sua legione volontaria dalla città.
Insomma, al netto delle sue indiscusse abilità letterarie, che lo hanno giustamente proiettato nell’Olimpo della letteratura italiana, d’Annunzio è stata una figura estremamente particolare, che non si può cercare di riassumere o comprendere tramite un pensiero lineare. Nell’anniversario della sua nascita, abbiamo cercato di ricordarlo non tramite un’analisi delle sue poesie o una spiegazione dei suoi romanzi (anche perché per quello ci sono i libri di scuola), ma attraverso alcuni episodi molto particolari della sua vita.
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