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Nvidia hackerata: è il secondo attacco negli ultimi sei mesi

di Michele Messina

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Una delle più grandi compagnie di chip, Nvidia, è stata vittima di un attacco hacker negli ultimi giorni, che ha seriamente messo a rischio le infrastrutture dell’azienda.

L’attacco ai server di Nvidia

Per diversi giorni, i sistemi interni di Nvidia, comprese email e programmi per gli sviluppatori, sono stati bloccati; l’azienda, dopo giorni, ha deciso di spegnere i propri server, per salvare il salvabile. Non è chiara la condizione dei dati che si trovavano sui server, e sembra che la compagnia stia ancora indagando sull’accaduto.

La preoccupazione principale per l’azienda, stando ad un’intervista rilasciata al Telegraph, è la possibilità che gli hacker si siano lasciati dietro qualche malware. Gli esperti starebbero quindi controllando eventuali tracce nei software della compagnia, che nel frattempo, sono già stati spediti ad alcuni utenti.

Questo è il secondo attacco subito da Nvidia negli ultimi sei mesi. La scorsa estate, centinaia di dati riguardanti titoli in uscita sono stati rubati dalla piattaforma Geforce Now; alcuni dei quali, sono poi stati annunciati ufficialmente.

nvidia

Sospetti sul gruppo dietro l’attacco

Tra i due attacchi subiti da Nvidia sembra non ci sia correlazione. Non è però ancora ben chiaro chi siano i responsabili, o quali fossero le loro intenzioni: l’unica cosa certa è che sarebbero stati rubati circa 1 TB di dati dai server della corporation statunitense. Nonostante ciò, i tecnici sono riusciti a sferrare almeno un colpo in risposta; sono infatti stati capaci di criptare i propri file e di installarvi alcuni malware. L’azienda ha così potuto attaccare direttamente i computer da cui è partito l’attacco, tramite l’utilizzo di alcuni ransomware.

Secondo il gruppo Vx-underground, “canale” che si focalizza su hacking e malware, l’attacco proverrebbe da un gruppo del Sud America, conosciuti come LAPSU$, specializzato in estorsioni. Per rimanere aggiornati sulla vicenda, seguiteci su Nasce, Cresce, Respawna.

di Michele Messina

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