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No Man’s Sky: l’opera di Hello Games compie 7 anni

di Riccardo Rizzo

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Era il 10 agosto 2016 quando su PlayStation 4 usciva per la prima volta No Man’s Sky. Un titolo, quello di Hello Games, unico nel suo genere, che proponeva ai giocatori la possibilità di esplorare un intero universo generato proceduralmente. In fase di presentazione, il team capitanato da Sean Murray ha puntato molto su questo aspetto, promettendo un’esperienza sci-fi completa, con pianeti ricchi di vita e luoghi da scoprire.

Le cose, tuttavia, sono andate diversamente. Al lancio il gioco era privo di effettive attività da svolgere, e i mondi erano tutti simili tra loro. Eppure, Hello Games ha continuato a lavorare sul progetto, aggiungendo sempre nuovi contenuti e facendo arrivare il gioco su praticamente tutte le piattaforme. A sette anni di distanza, di fatto, No Man’s Sky è un titolo totalmente diverso da com’era al Day One, superando anche le promesse fatte in fase di pre-lancio.

No Man’s Sky: tante promesse non mantenute

Parlare di No Man’s Sky non è mai una cosa facile, sia per la natura del gioco in sé, sia per il percorso che ha affrontato nel corso di questi anni. Chi ci si approccia per la prima volta oggi, infatti, potrebbe non sapere come erano le cose nel 2016. Al lancio il titolo appariva molto diverso da come è oggi, con gran parte delle promesse fatte da Sean Murray in fase di presentazione che si rivelarono false. Al Day One No Man’s Sky era un gioco che si, presentava un intero universo da esplorare, ma che però era vuoto, e non offriva una reale motivazione per continuare ad esplorare.

Già da allora, tuttavia, erano chiare le potenzialità dell’opera: il senso di scoperta, la curiosità nel trovare nuove forme di vita e nuovi pianeti, il mistero dato dallo spazio sconosciuto. Delle potenzialità che si sono pienamente realizzate nel corso del tempo, con un supporto continuo da parte di Hello Games. Oggi infatti No Man’s Sky appare drasticamente diverso, rappresentando tutto quello che doveva essere fin da subito.

Giocarci oggi, nel 2023, è di fatto un’esperienza unica. Sono pochissimi, invero, i titoli che riescono a trasmettere lo stesso senso di scoperta che è capace di trasmettere No Man’s Sky. Ogni pianeta è diverso dal successivo, sia per quanto riguarda le condizioni atmosferiche che per la flora e la fauna. Si possono trovare corpi celesti desertici, tropicali, ricchi di flora ma privi di fauna e viceversa, gassosi, ricoperti da oceani e persino con delle bolle di sapone.

Anche le meccaniche di gioco sono ora più complesse e variegate, con la possibilità di costruire avamposti, acquistare e vendere navicelle spaziali e modificare l’equipaggiamento del proprio personaggio. Anche lo spazio risulta più vivo, con la possibilità di incontrare delle basi commerciali o delle navi mercantili dove poter scambiare merci ed oggetti.

Nel corso dei vari aggiornamenti è stata implementata anche una componente narrativa, che seppur secondaria offre un importante stimolo all’esplorazione e alla scoperta dell’universo. Le missioni rappresentano inoltre una sorta di guida, che risulta essenziale per limitare la dispersività dell’esperienza di gioco, soprattutto nelle fasi iniziali.

Insomma, il gioco di Hello Games ne ha fatta di strada da quando è uscito per la prima volta su PlayStation 4  e su PC (12 luglio 2016). Nel 2018 è poi arrivato su Xbox One, mentre nel 2020 è stato aggiornato per le console di attuale generazione. Nel 2022 è infine sbarcato anche su Nintendo Switch, arrivando così su ogni console presente sul mercato. E voi, avete giocato a No Man’s Sky? Cosa ne pensate dell’evoluzione del progetto? Fatecelo sapere sulla nostra pagina Instagram! E non dimenticate di continuare a seguirci qui sulle pagine di Nasce, Cresce, Respawna per rimanere sempre aggiornati su tutto il mondo del gaming. Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche:

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