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Nirvana: respinta l’accusa del “Nirvana Baby”

di Redazione NCI

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Spencer Elden o, come si era auto-nominato lui, “Nirvana Baby”, lo scorso agosto aveva intentato una causa contro i Nirvana. L’accusa, incentrata sull’album Nevermind, era quella di pedopornografia, ma i giudici l’hanno respinta.

L’accusa all’album dei Nirvana

Ad agosto il famoso bambino della copertina di “Nevermind”, ormai trentenne, Spencer Elden, decide di far causa ai Nirvana proprio per colpa di quell’album. L’accusa del “Nirvana Baby”, come si era autoproclamato proprio Spencer, è quella di pornografia infantile. La tesi mostrata dall’avvocato difensore di Spencer sarebbe quella secondo cui il ragazzo avrebbe riscontrato una serie di problematiche psicologiche negli anni a venire, dovute proprio all’iconica copertina di quell’album.

L’immagine in questione è famosa in tutto il mondo e rappresenta il ragazzo, allora bambino, completamente nudo, mentre nuota in una piscina inseguendo un dollaro utilizzato come esca. Ebbene l’iconico scatto, è visto dall’avvocato di Spencer come segno di abuso sui minori e tra le sue richieste è presente un conguaglio di 150.000 dollari, come risarcimento, per ciascun componente della band che vi ha preso parte.

Nirvana

La tesi difensiva

Secondo i legali della famosa rock band, la tesi di pornografia infantile, con cui è stata messa sotto accusa la copertina dell’album non è credibile. In primo luogo perché la copertina dell’album è presente nelle case di milioni di persone, le quali sarebbero tutte accusate per possesso di materiale pedopornografico. In secondo luogo per i tempi di prescrizione del reato, che sono di 10 anni dalla pubblicazione o conoscenza del fatto. Secondo i legali, infatti, Spencer sarebbe venuto a conoscenza di Nevermind molto prima del 2011, visto che l’album è stato pubblicato nel 1991 ed è divenuto famoso in tutto il mondo nel 1992. In terzo luogo, perché Spencer avrebbe giovato, nell’arco degli anni, del suo collegamento con i Nirvana.

Secondo i legali: Elden ha trascorso trent’anni a trarre profitto dalla sua celebrità come l’auto-nominato “Nirvana Baby. Spesso ha parlato della fotografia in cambio di un compenso. Si è fatto tatuare sul petto il titolo dell’album “Nevermind”. È apparso in un talk show indossando una tutina color carne per un’auto-parodia. Ha autografato copie della copertina dell’album in vendita su eBay. Ha usato il suo legame con la storia del gruppo per cercare di rimorchiare le donne”.

La decisione del tribunale

L’accusa è stata fatta cadere dalla Corte della Central California per mano del giudice Fernando M. Olguin. Gli avvocati del Nirvana Baby avevano tempo fino al 30 dicembre per rispondere al ricorso dei legali dei Nirvana, ma così non è stato. Il giudice ha respinto, quindi, l’accusa ma i legali di Elden potranno effettuare una nuova denuncia entro il 13 gennaio. Dopo la data prevista il caso sarà archiviato e i legali non avranno più la possibilità di riportare in causa la rock band.

Cosa pensate sulla vicenda? Alla luce dei fatti riportati, la denuncia di Elden è stata fatta davvero per le conseguenze psicologiche dovute alla copertina oppure solo ed esclusivamente a scopo di lucro?

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di Antonio Stiuso

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