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Netflix: il “truffatore di Tinder” ha denunciato la piattaforma

di Nicolò Bacchi

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Dopo essere balzato agli onori della cronaca con l’uscita del documentario “Il Truffatore di Tinder“, Shimon Hayut non sembra intenzionato a tornare nell’ombra. L’uomo avrebbe infatti contattato diversi agenti, con lo scopo di cedere i diritti di un suo libro, e sarebbe vicino ad accettare un ruolo in un dating show dedicatogli. Ma dopo le pesanti accuse a lui rivolte dalle donne truffate, ha cambiato il modo di vedere la cosa, e alla fine ha denunciato Netflix, produttrice del film incriminato.

Il truffatore di Tinder e le accuse a Netflix

Nonostante le numerose prove a suo carico, Hayut non si è mai dichiarato colpevole, professando la sua innocenza anche davanti alle corti di giustizia. Questo non ha inoltre impedito la sua condanna in Europa, dove è ricercato, costringendolo così a rifugiarsi in Israele. Ma qual è la storia del Truffatore di Tinder?

Come raccontato dal documentario, Hayut contattava donne ignare sulla celebre app di incontri Tinder, sotto il falso nome di Simon Leviev. Nei panni del figlio del magnate Lev Leviev, famoso come Il Re dei Diamanti, Hayut proponeva alle malcapitate delle esperienze di lusso in giro per il mondo, salvo poi convincerle a prestargli del denaro. Lo scopo? Per loro, proteggere la sua identità e salvargli la vita; per lui, accumulare denaro per permettere alla macchina dell’inganno di continuare a lavorare.

https://www.youtube.com/watch?v=Bq-LIBQ8Fms

Ora Hayut, dopo le dichiarazioni rilasciate a Inside Edition, pare deciso a rispondere alle accuse contenute nel documentario di Netflix. “Non sono un truffatore di Tinder” dice nell’anteprima rilasciata, ma per conoscere tutta la sua verità, dovremo attendere il 21 e il 22 Febbraio, quando verrà pubblicata ufficialmente la versione integrale del suo colloquio.

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di Nicolò Bacchi

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