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Netflix e le serie cancellate: la piattaforma spiega le sue ragioni

di Lorenzo Procopio

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In una recente intervista i co-CEO di Netflix hanno avuto modo di parlare della piattaforma. In particolare Ted Sarandos e Greg Peters sono intervenuti sulla questione delle numerose cancellazioni di prodotti, che negli ultimi tempi hanno attirato il malcontento degli abbonati.

Netflix, tra quantità e cancellazioni

Sappiamo tutti come Netflix sia diventata ormai un vero e proprio colosso della produzione audiovisiva mondiale. Ogni anno la piattaforma streaming sforna centinaia e centinaia di prodotti, tra film, serie TV e contenuti di vario genere. La cadenza delle pubblicazioni fa sì che un utente medio possa trovare qualcosa di nuovo praticamente ogni giorno, con una strategia quantitativa che mira a conquistare ogni “nicchia” di pubblico. L’enorme mole di contenuti prodotti va però di pari passo con strategie decisionistiche che potremmo dire limitative: non tutto può infatti essere prodotto, non tutto può essere finanziato.

È questo il caso dei rinnovi delle serie TV, che spesso mettono fine a dei racconti prima della loro conclusione. Negli ultimi tempi, infatti, Netflix ha sollevato non poche polemiche a causa della cancellazione di alcune serie abbastanza seguite; su tutti va citata l’ultima “1899“, ideata dai creatori di “Dark” e cancellata dopo una sola stagione, ma non è certo l’unica ad aver ricevuto questo trattamento. Infatti, anche “Warrior Nun“, “Resident Evil“, “Cobra Kai” e molte altre sono state annullate, generando malcontento tra gli abbonati.

I co-CEO dicono la loro sulle recenti cancellazioni

A tal proposito sono intervenuti, nel corso di un’intervista di Bloomberg, i co-CEO della piattaforma, Ted Sarandos e Greg Peters; tra le altre cose, i due hanno parlato di come sia loro obbiettivo creare sempre prodotti potenzialmente globali, in grado di conquistare il pubblico internazionale come fatto con “Squid Game“. E se anche questo può risultare difficile, la strategia mira comunque a mantenere delle proporzioni con i costi: se un contenuto richiede un budget esiguo, può limitarsi ad un pubblico di nicchia. Al contrario, se un prodotto necessita di grandi investimenti, si deve puntare ad una audience allargata.

Andrebbero quindi motivate in questo modo le recenti cancellazioni, intervenute a cancellare serie che di fatto erano troppo dispendiose per il pubblico che avevano raccolto. Nessuna delle produzioni citate ha di fatto raggiunto i risultati sperati, né di critica né soprattutto di visualizzazioni, così da non giustificare il budget investito. Insomma, niente che non fosse già immaginabile; Netflix è d’altronde un’industria, e come tale deve reggersi in piedi gestendo al meglio le proprie finanze.

E voi che ne pensate? Siete tra coloro delusi dalle cancellazioni o condividete la strategia della piattaforma? Non dimenticate di seguire Nasce, Cresce, Streamma per tutte le news di Cinema e Serie TV!

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