La crisi Russia-Ucraina sta tenendo con il fiato sospeso il mondo: vista la situazione di tensione che non preclude lo scoppio di una guerra.
Come riporta Rai News, la situazione della crisi ucraina è diventata “critica”.
Il Presidente degli Stati Uniti, Biden, ha riaffermato “l’impegno degli Stati Uniti per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina” e ripetuto che gli Stati Uniti risponderanno con decisione, insieme ai loro alleati e partner, a qualsiasi ulteriore aggressione russa contro l’Ucraina.
Nonostante ciò, sembra che la strada maestra sia quella di continuare a perseguire la diplomazia e la deterrenza in risposta al rafforzamento militare russo ai confini dell’Ucraina.
Vista la complessità della questione, che non sembra di facile snodo, è importante analizzare il contesto e le motivazioni circa la questione. Ecco le principali curiosità:
Come riportano diverse fonti sia italiane, sia estere, è opinione generale che la Russia abbia creato questa crisi internazionale per fini puramente politici: infatti, l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, organizzazione che è sin dalla sua nascita palesemente filoamericana, rappresenterebbe per Putin una grossa perdita.
Infatti, la Russia si ritroverebbe senza Stati cuscinetto a protezione di Mosca. Al momento però nessuna richiesta è stata formalizzata da parte dell’Alleanza atlantica.
I numeri parlano di circa 13 mila soldati che si esercitano in maniera congiunta con la Bielorussia, considerata paese “amico”.
Nelle scorse ore la marina militare di Mosca ha avviato esercitazioni su larga scala nel Mar Nero, secondo Mosca per “difendere Crimea, basi del Mar Nero ed economia del paese da possibili minacce militari”.
La data per l’invasione sarebbe il 16 febbraio.
Il condizionale è d’obbligo, visto che la data non è ufficiale. Proprio in virtù di ciò, il presidente ucraino Zelensky ha sminuito gli avvertimenti da parte degli Stati Uniti di una possibile invasione da parte della Russia in quel giorno, affermando di non avere informazioni sufficienti o convincenti,
Da giorni il leader ucraino continua a lanciare messaggi rassicuranti, invitando le persone alla calma, anche nel tentativo di ridurre al minimo i danni all’economia dell’Ucraina durante la crisi.
Viktor Tatarintsev, ambasciatore russo in Svezia, ha precisato come a Mosca siano disinteressati delle sanzioni “occidentali”.
“Nuove sanzioni non sono un bene ma neppure un male così grande come sembra all’Occidente”, ha aggiunto il diplomatico, “siamo più autosufficienti e siamo stati in grado di aumentare le nostre esportazioni”.
Aerei con aiuti militari statunitensi sono arrivati in Ucraina. Oltre 3mila soldati sono giunti nell’Est Europa e ne sono stati messi in allerta altri 8.500, oltre a rifornimenti di armi e munizioni.
Nonostante l’evidente supporto che intendono dare gli Stati Uniti, in caso di aggressione russa, sicuramente Washington potrebbe solo supportare (magari non apertamente) la ribellione. Ma di rispondere al fuoco col fuoco non se ne parla. Repubblicani e democratici su questo punto sono d’accordo, anche perché l’opinione pubblica è decisamente contraria.
Insomma, una situazione incresciosa e dai tratti discordanti che sembra evolvere di ora in ora.
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di Denise Michela Pengue
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