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NATO: le basi militari in Italia sono più di un centinaio

di Francesco Greco

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In seguito ai recenti avvertimenti del Presidente russo Vladimir Putin riguardo l’utilizzo di armi nucleari, gli USA e l’Europa non sono rimasti con le mani in mano, e hanno prontamente condannato le gravi minacce dal Capo di Stato russo. A questo proposito, è utile ricordare che l’alleanza NATO, nella quale è presente anche l’Italia, ha collocato circa 120 basi militari sparse solo per il Bel Paese, che ospitano circa centotrentamila soldati americani. Ma dove si trovano? Andiamo a scoprirlo insieme…

NATO in Italia: ecco dove si trovano le maggiori basi dell’alleanza

Una delle più grandi si trova a Sigonella, nella piana catanese, molto vicina all’aeroporto della US Navy; si tratta della base per il deposito e il decollo di droni, quali “Triton” e “Reaper“. Risalendo la penisola, a Napoli ha sede uno dei comandi operativi della NATO, oltre che il comando della Security Force dei Marines. Poco lontano, nella provincia di Caserta, c’è invece un sotterraneo antiatomico in caso di guerra, e poco sopra, nella provincia latinense, il porto che ospita una delle più importanti navi ammiraglie della flotta. Continuando, nel Nord Italia, la presenza si infittisce: Camp Darby tra Pisa e Livorno, e Camp Ederle per il coordinamento dell’intero Sud Europa a Vicenza. Persino a Motta di Livenza, nella caserma Mario Fiore, sono di stanza numerosi soldati, tra cui il Multinational Cimic Group, reparto multinazionale di forze.

Ad oggi, in Italia, sono custodite circa 70 testate nucleari, in particolar modo a Ghedi e Aviano. Proprio quest’ultima è la più grande base aerea nel Mediterraneo, dove sono conservate dalle 40 alle 60 testate nucleari di tipo B61-4, mentre sono di tipo B61-3 e B61-7 quelle conservate e Ghedi.

Insomma, nonostante tutti gli sforzi per cercare di disinnescare la situazione, il conflitto socio-politico continua sempre di più a inasprirsi, e non accenna a spegnersi: tetti massimi sul gas, minacce e supporto all’Ucraina si susseguono senza fermarsi mai. Noi, d’altra parte, possiamo solo essere testimoni di un’importante pagina di storia, sperando che la situazione non peggiori e che le basi NATO restino “dormienti”.

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