In seguito alle indagini che la Guardia di Finanza sta svolgendo sulla Juventus, indagata per falso in bilancio e plusvalenze fittizie, come abbiamo già parlato in questo articolo, anche il Napoli sembrerebbe essere finito sotto i riflettori per un affare non da poco.
Si tratta della trattativa che portò Victor Osimhen in azzurro nel settembre 2020, dal Lille. La cifra dell’accordo dichiarata dai club fu di 81,3 milioni di euro, ma secondo “L’Equipe”, il prezzo reale sarebbe molto diverso: 36 milioni.
Come anticipato, il prezzo annunciato dai due club per il nigeriano era 81,3 milioni di euro. Nella trattiva rientrarono anche Orestis Karnezis, Ciro Palmieri, Luigi Liguori e Claudio Manzi. La nuova dirigenza del club francese, differente da quella che concluse l’affare, “annusato” il problema emergente ha recapitato alla procura di Lilla la documentazione riguardante il negoziato con i partenopei.
Attualmente, al club francese sono infatti arrivati soltanto 10 milioni, degli 81,3 dichiarati. Sarebbero quindi i 71,3 milioni mancanti, esclusi i bonus da 2,5 milioni di euro l’anno per quattro stagioni, previsti qualora il Napoli arrivasse agli ottavi di Champions League nei prossimi anni.
Ai 71,3 milioni sopracitati però, vanno sottratti 20 milioni, per i quattro giocatori rientrati nella trattativa citati sopra. Di questi, però, i tre italiani (Palmieri, Liguori e Manzi) non sono mai stati impiegati, e la loro avventura francese si è conclusa con la rescissione dei contratti. Karnezis è stato più fortunato: è infatti l’unico del quartetto ad aver giocato almeno un match con la nuova maglia. Il movimento dei 3 giocatori da serie minori però ha permesso al Lille, tramite le loro valutazioni gonfiate, di restituire 35 milioni alle banche.
Ancora, vanno a sottrarsi alla importante cifra ulteriori 3 milioni per “indennità di formazione”, e 8,3 milioni di percentuale sulla rivendita del giocatore, dovuti al Charleroi, a fronte dei 12 milioni pagati un anno prima. Infine, tolti ulteriori 4 milioni, in transazioni all’indirizzo di Banca Ifis. Il totale è presto fatto: sono 36 i milioni “cash” effettivamente attribuibili al Lille, escluse le commissioni dovute agli agenti. E, avendone versati 10 il Napoli, a conti fatti ne mancano 26. Un’operazione quindi lievitata e fatta gonfiare fino alla cifra di 81 milioni, parrebbe, principalmente per agevolare il Lille. Il club francese all’epoca era infatti attanagliato da parecchi debiti con le banche.
Non è però, per ora, stata ancora avviata alcuna inchiesta ufficiale da parte della procura di Lilla. Sarà quindi questione di tempo, capire se effettivamente la documentazione è a norma, se si tratta solo di una cospirazione volta a danneggiare i campioni in carica della Ligue 1, oppure se ci sono i margini per un procedimento disciplinare.
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di Mattia Trincas
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