“Morbius” è il nuovo cinecomic di Sony in collaborazione con Marvel. Terzo film del Sony’s Spider-Man Universe (SSU) dopo “Venom” (Ruben Fleischer, 2018) e “Venom – La furia di Carnage” (Andy Serkis, 2021). Uscito nelle sale il 30 marzo, noi di NCS siamo qui per presentarvi la nostra recensione.
Michael Morbius (Jared Leto) è uno scienziato affetto da una malattia ematica che non permette al suo corpo, e a quello del suo migliore amico Milo (Matt Smith) conosciuto anni prima in una clinica, di creare sangue. Per questo motivo Michael, dopo aver rifiutato il Premio Nobel per la creazione di sangue artificiale e aver salvato quindi numerose vite, torna a fare esperimenti sui pipistrelli vampiri. Dopo aver trovato un’apparente cura per la sua malattia grazie ai pipistrelli, decide di iniettarsi il siero. Questo lo trasforma in un essere omicida, simile a un vampiro, che ha bisogno di sangue umano per sopravvivere.
Questo film è più serio rispetto ad altri prodotti Marvel, soprattutto rispetto alla figura di Spider-Man che è il principale antagonista del vampiro, tentando anche un approccio quasi horror in alcune scene. Queste sono effettivamente più cupe e con alcuni jump scare, ma sono visibilmente forzati solo per provare a dare un tono più elevato ad un prodotto che fondamentalmente è privo di spirito. Scelte e situazioni a cui lo spettatore assiste sono decisamente prevedibili, anche quando la scena viene caricata di suspence fino al picco massimo per poi sfociare nello spavento.
L’ambientazione cupa invece funziona, rende credibile il contesto che gira intorno ad un vampiro e il suo modo di approcciarsi a tutto ciò che lo circonda. Da questo punto di vista il lavoro fatto è elogiabile.
In un film come “Morbius” che si basa quasi tutto su scene d’azione ed effetti speciali ci si aspetta il massimo, soprattutto vista la grandezza della produzione. E in effetti in generale sono decisamente ben fatti, basti pensare all’effetto fumo che creano i movimenti del protagonista. La CGI del viso di Michael quando è trasformato invece funziona meno, sembra come appiccicata sulla faccia di Leto.
Le scene d’azione sono molto frenetiche per adattarsi alla grande capacità atletica e fisica che il siero ha conferito a Morbius, ma per lo spettatore possono apparire fin troppo confusionarie. Soprattutto scene in notturna per riprese in cui il personaggio agisce a testa in giù o movimenti rapidi confondono lo spettatore, che perde il senso dell’orientamento confondendo il sotto ed il sopra dell’ambiente. Il tutto confuso anche dal fumo di cui abbiamo parlato prima, ben fatto certo, ma che tende a confondere durante i combattimenti. Anche se dovrebbe essere un punto a favore della parte visiva del film e peculiarità del personaggio, si rivela invece alla lunga un tratto negativo.
L’interpretazione di Jared Leto in “Morbius” non è particolarmente buona, mentre quella di Matt Smith invece si eleva grazie anche alla sua capacità espressiva. Questi dà al suo personaggio un aspetto malato e sofferente durante il primo atto del film, per poi trasformarsi in sicuro di sé e calcolatore per la seconda parte. L’atmosfera creata funziona ma il problema resta il tentativo fallito di andare a tutti i costi verso l’horror. Cosa in cui, obbiettivamente, il film fallisce malamente.
Se tralasciamo la CGI sul viso del protagonista quando è trasformato, gli effetti speciali sono ben fatti. Il fumo soprattutto, che diventa però un’arma a doppio taglio in grado di confondere lo spettatore durante i combattimenti.
La trama è prevedibile e già vista: uno scienziato subisce una trasformazione che gli dà dei poteri straordinari, inizialmente la vede come una maledizione ma decide poi di sfruttarli a proprio vantaggio. Il mondo del cinema è pieno di storie simili, soprattutto in ambito cinecomic. Lo spettatore deve essere consapevole che non sta andando a vedere un film impegnato o un capolavoro, ma qualcosa di leggero per passare poco meno di due ore al cinema.
Nel complesso “Morbius” non è un ottimo film, ma si lega a diversi avvenimenti in corso nei prodotti Marvel. Questo fa ben sperare per il futuro in quanto è stato messo un altro tassello nel grande puzzle che Marvel sta creando da vent’anni.
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