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Moon Knight Episodio 5, la recensione: Asylum

Il quinto episodio di “Moon Knight” è disponibile su Disney+ dal 27 aprile. Nel cast troviamo Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. L’episodio è diretto da Mohamed Diab.

Siamo giunti al quinto e penultimo episodio di “Moon Knight”. Finalmente scopriamo le origini di Marc Spector, decisamente fedeli alla sua controparte cartacea, e la genesi del suo disturbo dissociativo della personalità che viene affrontato in modo semplice ed efficace. Ma nonostante l’interessante ed emozionante racconto messo in scena per questo episodio, la serie ideata da Jeremy Slater rischia di sfociare in un finale veloce e banale, ricordando quanto fatto con un’altra serie Marvel Studios: “Wandavision”.

Esplorare il passato

Dopo l’assurdo finale del quarto episodio, Marc e Steven (Oscar Isaac) scoprono di essere diretti verso l’aldilà. Ma a fermare il loro viaggio verso la “salvezza” è la bilancia della Dea Tauret che deve decidere la loro sorte. Essendo in un equilibrio precario, le due personalità iniziano un viaggio nei loro ricordi dimenticati per far scoprire allo spettatore, e allo stesso Steven, le sue origini.

In un episodio che ricorda moltissimo il penultimo atto che precede il finale di “Wandavision”, “Moon Knight” porta la serie su toni meno divertenti e decisamente più maturi rispetto al resto del MCU. Oltre ad offrire per la seconda volta il tema dell’affrontare il tragico passato del protagonista, purtroppo la serie rischia di cadere nella stessa trappola che ha colpito il primo prodotto Marvel per Disney+.

Ricordare te stesso per salvare il mondo

Il focus del quinto episodio di “Moon Knight” sono i ricordi. Ricordi che da una parte Marc cerca di nascondere, mentre dall’altra Steven cerca di far riemergere. La conoscenza tra i due attraverso i ricordi del mercenario, regala allo spettatore non una puntata fuori di testa come lasciava presagire il finale del quarto episodio, ma qualcosa di più profondo. Ed è proprio questo viaggio nei ricordi a consolidare le differenze tra le due personalità.

 

 

Grazie alla grandissima performance di Oscar Isaac, Marc e Steven mostrano allo spettatore le loro grandi differenze, ma anche delle analogie. Ma ad essere interessante in questo episodio, è il passato di Marc. Oltre a rivelarsi intrigante per chiarire alcuni punti della storia, ad emergere è la sua fedeltà alla controparte cartacea. Le origini di Marc e cosa lo ha portato ad unirsi a Khonshu e diventare Moon Knight, sono praticamente prese dai fumetti e portate su schermo.

Un episodio visivamente ottimo e la paura di un finale “veloce”

Se questo quinto episodio ha una pecca, è il suo finale. Non sono gli ultimi frame a creare il contro, ma quello che lo spettatore si aspetta nel finale di serie. Ci sono alcune domande senza risposta e il rischio di arrivare alla conclusione senza ottenerle, è molto alto. Questo rimanda al discutibile finale di “Wandavision”, che proprio come nel caso di “Moon Knight”, si concentra sul suo protagonista, portandolo così verso un finale classico, prevedibile e frettoloso. Ma se da una parte abbiamo questo enorme rischio per il finale di stagione, dall’altra troviamo un comparto tecnico decisamente migliorato rispetto ai precedenti episodi.

 

 

Oltre ad una CGI finalmente a buoni livelli, consolidata dalla resa visiva della Dea Tauret, in questo quinto episodio diretto da Mohamed Diab siamo davanti ad alcune delle migliori sequenze della serie. Nel momento in cui lo spettatore scopre il viaggio che le due personalità stanno cercando di portare a termine, vediamo dei panorami visivamente spettacolari. Il merito va ovviamente al fascino e al potenziale visivo della mitologia egizia, che ancora una volta si rivela preponderante nel dare una identità alla serie.

Considerazioni finali

Giunti al penultimo episodio di “Moon Knight”, possiamo dire che fino ad ora è una delle migliori serie targate Marvel Studios. Ma il finale e la consapevolezza di essere arrivati al traguardo, possono generare senza problemi scetticismo nei confronti dell’ultimo episodio. Per comprendere questo sentimento al meglio, è sufficiente ricordare quanto fatto con le altre serie, su tutti “Wandavision”. Andando oltre queste sensazioni, l’episodio mette in scena forse la migliore interpretazione di Oscar Isaac nel corso della serie e il comparto tecnico dopo quattro episodi altalenanti, inizia a mostrare i muscoli. Inoltre le origini di Marc sono fedeli alla sua controparte cartacea, consolidando così una sorta di fedeltà al materiale di origine già mostrata nel corso di questa Fase 4 del MCU.

Pro

  • L’interpretazione di Oscar Isaac;
  • La fedeltà alle origini del protagonista cartaceo;
  • Il lato tecnico decisamente migliorato rispetto agli episodi precedenti.

Contro

  • Il rischio di aver imboccato la strada verso un finale piatto e prevedibile.

Qui di seguito trovate la recensione degli episodi precedenti:

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Gabriele Di Nuovo

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