di Enrico Tiberio Romano
Nell’istituto superiore Sandro Pertini di Monfalcone le studentesse di fede islamica e che indossano il velo sono tenute a farsi identificare prima di accedere in classe.
La vita delle studentesse col velo a scuola
Da qualche tempo a questa parte nell’istituto di Monfalcone in provincia di Gorizia si applica una prassi che serve per venire incontro alle esigenze dei docenti. Le studentesse islamiche infatti, per lo più di origine bengalese e che indossano il niqab vengono identificate privatamente, in un aula chiusa e da un’insegnate donna.
Anche per le materie curricolari ci sono delle modifiche, sono esentate dallo studio della religione e i docenti di educazione fisica le fanno indossare abiti alternativi rispetto ai compagni e talvolta le dispensano dalla corsa, facendole piuttosto giocare a badminton.
La dirigente del Pertini Carmela Piraino, ascoltato dal quotidiano Il Piccolo ha spiegato che: “lo scopo delle modifiche è evitare di indurre le ragazze a lasciare la scuola”. Lo stesso quotidiano triestino ha un intervistato anche una delle dirette interessate che ha dichiarato: “Ho iniziato a portare il niqab nel secondo semestre della prima e capisco che faccia paura, perché è tutto nero. Per la ginnastica, svolgo gli esercizi che non fanno vedere il mio corpo. Il problema è lo stage, perché l’insegnante non transige sulla mia identificazione. Oggi gli altri sono andati a fare l’attività, io sono rimasta a scuola. Se i problemi continuano non so se resterò fino alla quinta…”.
In ultimo la giovane afferma che i genitori in prima istanza non condividevano la sua scelta che assicura aver preso liberamente.
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