Il mondo del calcio non è rimasto a guardare durante questi terribili giorni di guerra in Ucraina. Partendo dai tifosi, che hanno fatto sentire la loro vicinanza ai combattenti, passando per le federazioni nazionali, che una dopo l’altra si sono rifiutate di giocare con la Russia e hanno spinto la Fifa ha eliminare la stessa da tutte le competizioni; fino ad arrivare ai club, che in questi giorni sono scesi in campo cercando, con piccoli gesti, di sostenere la pace. Il derby Milan-Inter, giocato ieri sera a San Siro nell’ambito della semifinale d’andata della Coppa Italia, ha sfruttato la propria visibilità per lanciare un messaggio.
Le due società milanesi hanno dato un bellissimo esempio di sport e di vita. Le emozioni più grandi del match, infatti, sono quelle viste prima del calcio d’inizio. A fronte di una partita abbastanza noiosa e terminata 0 a 0, le immagini del prepartita sono state da brividi.
I giocatori sono scesi in campo per il riscaldamento con una maglia raffigurante la bandiera ucraina e, al centro, la scritta “Peace“. Per tutti i tifosi, invece, le società hanno messo a disposizione un foglio di cartone raffigurante la stessa grafica. Non sono mancate le sciarpe o le bandiere ucraine, che sventolavano alte nel cielo di San Siro.
Persino durante la foto di rito non sono mancate le dediche al popolo ucraino: i calciatori e gli arbitri sono stati immortalati dietro ad un’insegna bianca su cui campeggiava la scritta “Peace”.
Non sono mancate le parole, trasmesse sullo schermo dello stadio, di Andrij Shevchenko. L’ex numero 7 del Milan, probabilmente il più grande calciatore ucraino di sempre e ex tecnico della nazionale, ha tenuto un discorso breve ma emozionante al popolo italiano:
Cari amici italiani, da San Siro vi chiedo di far sentire il vostro sostegno per la pace in Ucraina. Il popolo ucraino vuole la pace, perché la pace non ha confini, perché ciò che ci unisce deve essere più forte di ciò che ci divide. Fermiamo insieme questa guerra, un abbraccio a tutti.
Le due società milanesi prendono parte al coro di voci che dall’Europa si è alzato chiedendo a gran voce la fine del conflitto, a sottolineare anc0ra una volta l’importanza del calcio come voce della gente.
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