Milan altalenante, Fonseca esonerato. Ma è davvero sua la colpa?

Al termine di Milan-Roma dello scorso 29 dicembre è arrivata la sentenza: Paulo Fonseca non sarà più l’allenatore del club rossonero, con Conceicao subentrato durante la Supercoppa Italiana.

Il Milan annuncia Fonseca tra mille interrogativi

@paulofonseca_oficial

13 giugno: finalmente, dopo una lunga trattativa, Fonseca diventa ufficialmente il nuovo allenatore del Milan, che, dopo l’addio di Pioli l’anno precedente, sembra pronto a intraprendere un nuovo ciclo con nuovi calciatori e un progetto societario rinnovato.

La scelta di ingaggiare il portoghese, originario del Mozambico, non è stata però accolta con grande entusiasmo dai tifosi rossoneri, già scettici per la mancata conferma di Maldini come direttore dello sviluppo strategico dell’area sportiva.

Con l’arrivo del nuovo tecnico, il calciomercato rossonero prende forma: fuori Giroud, dentro Morata; Kalulu viene ceduto alla Juventus e al suo posto arriva Emerson Royal; Saelemaekers viene scambiato con Abraham; infine, vengono acquistati Pavlovic e Fofana.

In sintesi, Cardinale, proprietario dell’AC Milan dall’agosto 2022, decide di rivoluzionare profondamente la rosa, acquistando giocatori di rilievo internazionale, destinati a integrarsi con un allenatore nuovo alla società.

Tuttavia, un milione di dubbi assale il popolo rossonero, con poche certezze e tante, forse troppe, novità per l’inizio di una stagione che appare più perplessa che convinta.

Fonseca-Milan un amore mai scoppiato

Il campionato prende il via e, sulla carta, la prima partita per gli uomini di Fonseca sembra decisamente abbordabile: sfida casalinga contro il Torino.

Tuttavia, dopo soli 30 minuti, il Milan si ritrova già in svantaggio, e a 70 minuti dal fischio finale si trova sotto per 0-2, con San Siro che inizia a rumoreggiare.

Al 90′, i 3 punti sembrano ormai destinati al Torino, ma in un’incredibile sequenza di 5 minuti, Okafor prima e Morata poi riescono a risollevare le sorti della gara, strappando un pareggio che, seppur salvifico, lascia un retrogusto amaro, come se si trattasse di una sconfitta.

Da quel momento, il Milan comincia a vacillare: prima perde 2-1 contro la neopromossa Parma, poi riesce a pareggiare miracolosamente contro la Lazio, ottenendo la sua prima vittoria solo il 14 settembre, in casa, contro il Venezia.

Alla quinta giornata, a Milano, arriva il tanto atteso derby della Madonnina.

Per molti, questa partita rappresentava il primo vero crocevia della storia di Fonseca al Milan, ma contro ogni aspettativa, il tecnico riesce finalmente a interrompere la serie di 6 sconfitte consecutive contro i cugini dell’Inter, vincendo nei minuti finali un derby che sembra ridare vigore alle sorti del campionato rossonero.

Da questa vittoria, il Milan alterna momenti di splendore e di difficoltà: la squadra compie un’impresa storica vincendo a Madrid contro il Real, ma subito dopo raggiunge il baratro, pareggiando contro Cagliari, Juventus e Genoa.

La società imputata principale

La stagione del Milan non è mai decollata e attribuire a Fonseca tutta la responsabilità dell’altalena emotiva che caratterizza l’ambiente rossonero risulta difficile da accettare.

Piuttosto che incolpare l’allenatore, sarebbe più giusto focalizzare l’attenzione sulla società, che negli ultimi anni ha attraversato una parabola discendente, minando progressivamente quanto di positivo costruito negli ultimi 4-5 anni.

Il culmine di questa crisi si è manifestato con il licenziamento da parte di Cardinale nei confronti di Maldini e Massara, i quali, oltre a portare a Milanello giocatori di calibro come Giroud, Maignan, Tonali, Theo e Leao, avevano ricreato quella connessione speciale tra tifosi e squadra che San Siro non conosceva da tempo.

Cardinale, che oggi come non mai si ritrova tutta la tifoseria contro di sé, dovrà senza dubbio trovare un modo per invertire la rotta.

La decisione di ingaggiare Conceição non è stata affatto casuale: Ibrahimovic e la dirigenza hanno cercato un allenatore con un profilo capace di offrire un contributo immediato, sin dai primi giorni di lavoro con la squadra, per imprimere un cambio deciso nelle dinamiche del gruppo.

Fonseca? Calciatori? Dirigenza? Ciò che è certo è che la strada che sembrava poter riportare il Milan a essere un grande club, dopo anni di oscurità, ha subito una brusca battuta di arresto.

E tale situazione persisterà finché non verrà individuato e affrontato il problema alla radice all’interno della società.

 

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di Alessandro Calabrese

 

Redazione NCI

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