di Lorenzo Peratoner
Stangata da 5 milioni e 850mila euro per Meta, la quale avrebbe pubblicizzato attivamente diversi contenuti che promuovevano il gioco d’azzardo e scommesse online dietro pagamento. Questa multa, imposta da AGCOM previe numerose segnalazioni, è la seconda in quest’anno.
Le violazioni di Meta, secondo l’AGCOM
Grazie a delle segnalazioni, AGCOM ha potuto appurare la presenza di contenuti promozionali, sottoforma di video e immagini, relativi al gioco d’azzardo in 18 account, di cui 5 su Instagram e 13 su Facebook. Secondo il “Decreto Dignità“, approvato nel 2018 dal Governo Conte I, vi sarebbe un divieto di pubblicizzare giochi d’azzardo e scommesse, con multe che possono partire dal 5% fino al 20% del valore della sponsorizzazione.
L’elemento più grave di violazione, tuttavia, concernerebbe la presenza di 32 contenuti sponsorizzati. Questo significa che Meta avrebbe ricevuto, da diverse realtà, dei pagamenti per mostrare sui propri social questi contenuti; Meta, in quanto titolare delle piattaforme, avrebbe quindi contribuito in maniera attiva alla loro diffusione.
La delibera AGCOM afferma che Meta “non si è limitata a ospitare, con modalità puramente tecniche, passive ed automatiche, i contenuti caricati dagli utenti, ma ha offerto un vero e proprio servizio pubblicitario; tale circostanza mette la stessa Società in condizione di conoscere l’illiceità del contenuto“.
Riguardo i 18 account incriminati, invece, Meta è stata ritenuta responsabile per 5 di questi, portando all’eliminazione immediata degli altri.
Le dichiarazioni di Massimiliano Dona
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, non ha tradito la sua approvazione verso questa misura:
“Ottima notizia. Il divieto della pubblicità del gioco d’azzardo è chiarissimo nella normativa italiana, ma resta scritto sulla carta: viene sistematicamente violato dalle emittenti televisive e molto spesso anche attraverso forme indirette, contenuti sponsorizzati su vari profili social.
Bene intervenire anche sulle piattaforme, a maggior ragione se offrono un vero e proprio servizio pubblicitario. Adesso ci aspettiamo che i social network facciano ancora di più per potenziare le funzionalità che aiutano l’utente a comprendere se un post è sponsorizzato, rimuovere quelli ingannevoli o vietati dalla legge, come quelli sul gioco e sul fumo”.
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