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Marcel the Shell, la recensione: Il cinema delle “Piccole Cose”

Lo scorso 9 febbraio è uscito nelle sale italiane “Marcel the Shell“, film che ha visto il debutto registico di Dean Fleischer-Camp. Prodotta dalla A24, la pellicola è un amalgama di film d’animazione in stop motion e live action. Nel cast troviamo Jenny Slate, lo stesso Fleischer-Camp, Isabella Rossellini, Rosa Salazar e Thomas Mann. Il regista, oltre ad interpretare il co-protagonista, si è anche occupato della scrittura della sceneggiatura, assieme a Nick Paley e Jenny Slate.

“Marcel the Shell”: La Conchiglia con le Scarpe Addosso

Marcel (Jenny Slate) è una conchiglia antropomorfa con delle scarpe da ginnastica. Vive in una casa, precedentemente appartenuta ad una giovane coppia, con sua nonna Connie (Isabella Rossellini), malata di demenza. Dopo la separazione dei giovani, la casa viene affittata da Dean (Dean Fleischer-Camp), un regista. L’uomo e Marcel iniziano insieme un progetto: un documentario sulla vita della conchiglia. I due pubblicano su YouTube i primi cortometraggi, che riscuotono velocemente un grande successo. Da questo momento in poi, Marcel decide di utilizzare la fama acquisita per ritrovare la sua famiglia, dalla quale si è separato dopo la rottura della coppia. “Marcel the Shell” è un film dalle emozioni contrastanti: dolce, innocente ma, allo stesso tempo, malinconico e profondo.

Il Documentario su Marcel

Marcel the Shell” è una pellicola molto particolare nell’ambito dell’animazione. Oltre ad essere un perfetto mix di stop motion e live action, come già detto, il film è girato con uno stile quasi inutilizzato, ovvero il mockumentary. Il documentario sulla vita di Marcel, realizzato da Dean, è costruito come se la conchiglia esistesse veramente. La telecamera del giovane riprende costantemente il piccolo protagonista, come se lo stesse spiando in ogni momento della sua vita. I video che l’aspirante regista pubblica sul web sono un chiaro rimando alla trilogia di cortometraggi presenti sul canale YouTube di Fleischer-Camp con protagonista la piccola conchiglia. Il primo tra questi, risalente al 2010, riuscì ad ottenere ben 33 milioni di visualizzazioni. Si tratta di cortometraggi animati, anche questi, con l’uso dello stop motion. Non è necessario vedere questi progetti per godersi a pieno il lungometraggio.

Questa pellicola, grazie alla presenza di pochissimi personaggi, dipende completamente dalle interazioni tra MarcelDean e la nonna Connie. Per fortuna, questo fattore è gestito alla perfezione. La prima parte del film introduce lo spettatore nel mondo della conchiglia. Tramite la rappresentazione della giornata tipo di Marcel, viene mostrata la monotonia della sua vita. Per buona parte di queste giornate, il piccolo protagonista si occupa di raccogliere risorse di ogni genere dal giardino, al fine di aiutare la nonna. A causa di questa monotonia, il ritmo narrativo del film è abbastanza lento, anche se si tratta di un’azione volontaria del regista. Dopo il rapido successo di Marcel, la pellicola si velocizza notevolmente, pur non perdendo mai la propria struttura a mockumentary.

Ha una triplice valenza molto particolare ed interessante il personaggio di Dean (interpretato da Fleischer-Camp), sia a livello diegetico che extradiegetico: il giovane è, allo stesso tempo, il regista del documentario, l’autore e direttore artistico della pellicola stessa e co-protagonista di entrambe queste produzioni (nella vita reale interpreta Dean e nel mondo diegetico fa da narratore alle vicende di Marcel).

Perdita e Cambiamento

Pur rimanendo un film che può essere apprezzato da bambini e ragazzi di ogni età, “Marcel the Shell” è tematicamente molto complesso. Sono tanti gli argomenti trattati: la semplicità, il cambiamento, l’appartenenza ad una comunità, lo smarrimento, la scoperta e la perdita. Tutte queste tematiche vengono intrecciate tra loro in una sceneggiatura perfetta, che riesce a bilanciare in maniera esemplare umorismo e serietà.

Marcel è un personaggio che vive la realtà da un punto di vista molto diverso rispetto agli umani. Lo scorrere del tempo, per lui, è rappresentato dal passare delle stagioni. All’arrivo di un’altra primavera, la giovane conchiglia ne ha paura. Teme di perdere Connie, l’unico membro della famiglia rimasto accanto a lui. Teme di rimanere solo. Il rapporto con la nonna è veramente toccante. Marcel si sacrifica costantemente per Connie. Arriva a rinunciare ad un’importante intervista che potrebbe aiutarlo a ritrovare la sua famiglia per rimanere vicino all’anziana conchiglia. La nonna vorrebbe che Marcel iniziasse a vivere la propria vita pensando più a sé stesso, ma il protagonista preferisce proteggerla. Il loro legame madre-figlio (Connie ha cresciuto Marcel come se si trattasse di suo figlio) è estremamente realistico, così come l’angoscia che nasce dalla possibilità di un cambiamento.

Sono queste, probabilmente, le tematiche centrali di “Marcel the Shell“: il cambiamento e la perdita. Con una semplicità incredibile, la pellicola descrive i dolori e le gioie provocate dall’evoluzione delle cose. Che si tratti della fine di una relazione (nel caso di Dean), delle conseguenze del rapido successo sul web di Marcel, delle condizioni di salute critiche di nonna Connie, tutti i personaggi devono affrontare un continuo cambiamento. In un dialogo tematicamente perfetto tra le due conchiglie, viene messa alla luce la principale differenza generazionale tra i due:

Marcel: “Ho paura che le cose cambino.”

Nonna Connie (con un sorriso tranquillo in volto): “Lo faranno.”

Queste semplici battute possono riassumere i due personaggi: Marcel, pur essendo piccolo, è molto saggio, anche più di Dean. A volte, però, si fa prendere dallo sconforto. Nonna Connie, invece, è in grado di accogliere serenamente i cambiamenti attorno a lei.

Marcel e le “Piccole Cose”

Nella pellicola, ha un ruolo centrale il modo in cui Marcel vede il mondo. La piccola conchiglia rimane meravigliata davanti ad ogni “invenzione” umana. Grazie ad un furbo utilizzo di queste “invenzioni”, il protagonista trova molti modi per semplificare i suoi doveri (ad esempio, utilizza una pallina da tennis per muoversi velocemente). La conchiglia osserva la realtà attorno a lui dalla sua “Camer-fetta“.  Ogni cosa ha un valore, dal suo punto di vista. Per questo motivo, “Marcel the Shell” è fondamentalmente un “film sulle Piccole Cose”. Dean, nei momenti in cui si relaziona con il protagonista, rappresenta una finestra per lo spettatore. In queste occasioni Marcel, a suo modo, racconta al cameraman-spettatore come vede il mondo umano. Il dialogo tra i due è tra i più iconici tratti dal film:

Marcel: “Indovina perché sorrido tanto.”

Dean: “Perché?”

Marcel: “Perché ne vale la pena.”

Ma il modo di Marcel di vedere il mondo non è sempre ottimista e positivo. Mentre è alla ricerca della sua famiglia, la conchiglia convince Dean a portarlo fuori dalla casa. I due giungono davanti ad una montagna altissima, con la speranza di riuscire a vedere tutta la città. Arrivati in cima, Marcel osserva la vista e pare scoraggiato. Il mondo è veramente troppo grande per lui. I suoi genitori potrebbero trovarsi ovunque. Questo velato senso di malinconia è presente in buona parte della seconda metà del film, specialmente nel finale.

“Marcel the Shell” e lo stile minimalista

Lo stile indie presente nei cortometraggi di YouTube viene trasportato anche nel lungometraggio. La piccola telecamera di Dean è l’unico mezzo che viene usato per mostrare Marcel (l’unica eccezione è rappresentata da un’intervista verso fine film), dando alla pellicola un’essenza estremamente minimalista (ricercata intenzionalmente da Fleischer-Camp). Dopotutto, Dean è un regista alle prime armi. L’uomo, inoltre, rappresenta una figura quasi voyeuristica. È costantemente occupato a “spiare” la vita di Marcel e sua nonna. Grazie a questo stile minimalista, lo spettatore può concentrare tutte le sue attenzioni ai personaggi e ai loro dialoghi. La decisione di girare tutto il film come un mockumentary può non piacere a tutti. Sicuramente, però, si tratta di un metodo narrativo che viene utilizzato raramente.

Marcel e Nonna Connie vengono portati alla luce grazie ad un incredibile stop motion, che si conferma (ancora una volta!) come il metodo più “eterno” d’animazione. I loro movimenti sono così fluidi, così realistici, che sembrano, appunto, persone vere. Il fatto che si tratti di conchiglie con delle scarpe addosso non disturba mai lo spettatore.

 

Considerazioni finali su “Marcel the Shell”

Marcel the Shell” non è un film per tutti. La decisione di girare tutto come un mockumentary e il ritmo narrativo generalmente lento possono spaventare alcuni spettatori. Per quelli che preferiscono semplici storie basate sul rapporto tra pochi personaggi, questa pellicola verrà apprezzata a pieno. Questo film è stato nominato come Miglior film d’animazione per gli Oscar 2023. Anche se, considerata la competizione, difficilmente riuscirà a vincere, “Marcel the Shell” rimane, senza dubbio, una delle pellicole meglio scritte degli ultimi anni.

Pro

  • Una sceneggiatura perfetta
  • Un protagonista piacevole
  • L’incredibile stop motion
  • La struttura a mockumentary, usata raramente
  • Delle tematiche profonde e perfettamente implementate

Contro

  • Un ritmo narrativo generalmente lento

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Claudio Cassarà

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