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Mad Max: un viaggio dimenticato da molti, ma che merita di essere riscoperto

di Riccardo Rizzo

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Sviluppato da Avalanche Studios e pubblicato da Warner Bros., Mad Max è uscito piuttosto in sordina nel settembre del 2015. Accolto tiepidamente dalla critica, non ha convinto neanche sul piano delle vendite, facendosi dimenticare piuttosto in fretta dal grande pubblico. Eppure, a nostro avviso il viaggio di Max tra le terre desolate è degno di essere vissuto da tutti gli appassionati del brand cinematografico e non solo.

My name is Max

Mad Max si presenta come un’avventura open world piuttosto tradizionale, con gli ormai iconici avamposti da liberare e i “punti di sincronizzazione” per rivelare le varie regioni della mappa, che qui si configurano come dei palloni aerostatici da cui osservare la zona circostante.

La struttura di gioco, di fatto, è molto classica: una main-quest lineare, delle missioni secondarie più o meno complesse, tante attività da svolgere nel mondo di gioco, il potenziamento del personaggio mediante lo sblocco di abilità, l’acquisizione di nuovi pezzi di equiappiagimento e così via. Nonostante un’ossatura rodata già vista in molte occasioni, specialmente nei titoli Ubisoft, il gameplay-loop di Mad Max funziona.

La storia, forte anche dell’affascinante universo narrativo del brand cinematografico, è interessante quanto basta per spingere il giocatore fino ai titoli di coda. L’open world, ricco di cose da fare, invoglia a esplorare le varie regioni per potenziare Max e la Magnum Opus. Due dinamiche, queste, che rappresentano la vera essenza della produzione.

A inizio gioco Max sta tentando di raggiungere le Piane del silenzio per trovare, finalmente, la pace. Uno scontro con il temibile Scabrous Scrotus, uno dei figli di Immortan Joe, tuttavia, lo priva del Gioiello Nero: la V8 Interceptor. Insieme a un nuovo alleato, Chumbucket, inizia così a costruire un nuovo veicolo, la Magnum Opus, appunto, per riprendersi il motore V8 e continuare il viaggio.

Mad Max: diventare il guerriero della strada

Il vero punto di forza di Mad Max è proprio la progressione, perfettamente bilanciata tra lo sviluppo del personaggio e della vettura. Completando le varie attività, principali e secondarie che siano, Max accumula sempre più punti abilità e rottami: i primi sono essenziali per potenziare le sue abilità, come la resistenza ai colpi o la durata della modalità Furia; mentre i secondi servono per acquistare nuovi pezzi di equipaggimento, dai parabracci alle giacche, e nuove parti della Magnum Opus, come degli spuntoni, dei nuovi motori o dei nuovi set di ruote.

Mad Max ha infatti una duplice anima, che divide e caratterizza sapientemente il gampelay dell’intera esperienza di gioco. La progressione è scandita da due momenti principali, le fasi in macchina e quelle a piedi. Le prime sono spesso relative agli spostamenti o agli inseguimenti dei convogli; le seconde alle varie attività presenti nelle terre desolate, dove a dominare sono i combattimenti con le varie fazioni.

Le fasi di guida sono piuttosto arcade, ma risultano estremamente godibili ancora oggi grazie a un sistema di personalizzazione davvero profondo, capace di restituire le sensazioni degli impatti e di una vettura sempre più potente. Anche il sistema di combattimento è ancora molto attuale, con un free flow molto più fisico e violento rispetto a quello presente nella trilogia di Batman: Arkham.

I want you to paint my name in blood across the lands

Insomma, anche a distanza di anni Mad Max risulta ancora estremamente godibile. Nonostante la sua formula classica, il gioco funziona: la storia è intrigante quanto basta, il mondo di gioco è affascinante e ricco di attività secondarie, che insieme costituiscono un’esperienza omogenea e dinamica.

I difetti ci sono, ovviamente, ma non sono tali da invalidare un titolo che merita quantomeno di essere provato, soprattutto se siete fan della saga di George Miller o se siete alla ricerca di un action-adventure vecchio stile con un ottimo sistema di combattimento, sia a terra che a bordo di improbabili vetture post-apocalittiche.

E voi, avete mai giocato a Mad Max? Avete visto le iterazioni cinematografiche del guerriero della strada? Fatecelo sapere sulla nostra pagina Instagram! E non dimenticate di continuare a seguirci qui sulle pagine di Nasce, Cresce, Respawna per rimanere sempre aggiornati su tutto il mondo del gaming. Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche:

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