Lupin III VS Occhi di Gatto è il crossover celebrativo realizzato in occasione del doppio anniversario che festeggiano i due storici titoli d’animazione giapponesi; Lupin III ha infatti ormai raggiunto i cinquant’anni dal debutto della serie originale, mentre Occhi di Gatto taglia già il traguardo dei quaranta. Alla regia troviamo Hiroyuki Seshita e Koubun Shizuno, nomi già dietro alcuni tra gli anime più apprezzati nell’ambito del cel shading. L’innovativa tecnica d’animazione digitale prende ormai sempre più piede nelle produzioni nipponiche e per la prima volta la vediamo applicata anche su personaggi del calibro di Lupin III e dell’Ispettore Zenigata…
Il lungometraggio è disponibile su Amazon Prime Video dal 27 gennaio.
Lupin III VS Occhi di Gatto nasce sulla scia del successo di un altro crossover particolarmente riuscito, il (doppio) speciale cinematografico “Lupin III VS Detective Conan” (2013). A differenza di quest’ultimo però stavolta entrambi i protagonisti sono ladri di mestiere, e tanto il personaggio ideato da Monkey Punch quanto il trio di sorelle “gatte” hanno messo gli occhi sullo stesso trittico di dipinti, seppur per motivi diversi. La direzione presa dagli sceneggiatori è stata infatti piuttosto intelligente e sensata; riportare sullo schermo l’intera storia della serie animata originale “Occhi di Gatto”, adattandola ad un gusto più moderno e impastandola con la leggendaria lore di “Lupin III”. Il risultato è quindi un’ottima amalgama tra i due franchise, da cui sostanzialmente vengono fuori entrambi vincitori, seppur con qualche appunto che andremo ad evidenziare più avanti.
Nonostante Lupin, Jigen, Goemon e Fujiko (un po’ sacrificata in questo frangente) rappresentino la quota più action della vicenda, da un punto di vista narrativo il focus è quasi totalmente su Sheila, Kelly e Tati, le “tre sorelle che han fatto un patto”, per citare la storica sigla d’apertura italiana cantata da Cristina D’Avena. A “Lupin” l’azione, ad “Occhi di Gatto” la storia, per dirla in parole povere.
Per questo motivo, uno dei punti deboli è forse la scarsa valorizzazione delle abilità da ladre delle “gatte”, decisamente poco presente in scena. Allo stesso modo, considerata anche la durata totale del lungometraggio (poco più di un’ora e mezza), Lupin soffre probabilmente di un minutaggio un po’ più scarso del dovuto; gli autori hanno quindi rinunciato al suo solito tono a dir poco teatrale, così come al topos ricorrente dei travestimenti, da sempre sua peculiare caratteristica. Non sono elementi del tutto assenti dalla narrazione, ma quasi. Ciò porta in scena un Lupin certo più serioso del solito ma, nonostante questo, ugualmente apprezzabile e in character.
Doveroso soffermarsi anche sull’aspetto tecnico. La tecnica utilizzata è, come detto, quella dell’animazione digitale detta “cel shading”. Questo particolare campo d’applicazione sfrutta modelli tridimensionali rappresentati come fossero disegnati a mano, con spessi bordi neri e colorazioni piatte che ricordano il tratto tradizionale dei manga. Ne deriva quindi, se realizzata ad arte, un movimento più fluido, omogeneo, pulito e ben definito; a risentirne è però purtroppo l’espressività, elemento fondamentale in particolare per i personaggi di Lupin e Fujiko. Mentre del primo è già stato detto, occorre precisare che il disegno vero e proprio della seconda non ci ha convinti del tutto, in quanto sembra effettivamente “diversa” da come siamo abituati a vederla di solito…
Nonostante ciò, in questo specifico caso ci sentiamo di promuovere il cel shading utilizzato dallo studio Shift R. La tecnica è certamente innovativa e destinata a migliorare ancora sensibilmente e, seppur divisiva nei giudizi di critica e pubblico, siamo convinti rappresenti il futuro dei prodotti d’animazione di largo consumo.
Ultima nota, quella relativa al doppiaggio. Quasi tutti i doppiatori originali giapponesi sono tornati nel proprio ruolo, stessa cosa decisa poi anche per la versione italiana; fanno eccezione le doppiatrici delle “gatte”, nuove di zecca. È curioso notare però come Prime Video aveva deciso di non commissionare il doppiaggio dell’ultima recente stagione di “Lupin III”, la sesta; lavoro che era poi stato invece commissionato in un secondo momento da Mediaset in vista del primo passaggio televisivo in chiaro degli episodi. L’azienda decise però (per motivi ancora mai chiariti ufficialmente) di sostituire l’intero cast di doppiatori. Tuttavia, in occasione di questo crossover sono tornati nuovamente i doppiatori “storici”, quelli che hanno prestato la voce ai protagonisti negli ultimi vent’anni circa, Stefano Onofri (Lupin III) su tutti.
In definitiva, Lupin III VS Occhi di Gatto è un crossover sensato, che spicca in particolar modo (e sorprendentemente) per coerenza, data la natura dei protagonisti. A spiccare sono soprattutto le tre “gatte”, ma in generale la storia offre un’ottima amalgama tra i due franchise, proposti in maniera azzeccata e con rispetto del materiale originale. È un crossover realizzato con tanto cuore, passione per i personaggi e cura dei dettagli, che sa invogliare i neofiti a scoprirne di più su entrambi i titoli, esattamente come già accadde per Lupin III VS Detective Conan; il tutto sperimentando una nuova tecnica d’animazione, che dimostra in questo frangente di poter dire la sua anche con personaggi più navigati…
Ecco a voi un trailer ufficiale (in lingua originale):
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