Nella nuova proposta di regolamento presentata alla Commissione Europea è presente un tema di forte attualità. Infatti, uno dei princìpi in campo di diritto internazionale privato riguarda le coppie omosessuali.
L’obbiettivo di questa proposta è quello di uniformare le leggi che riguardano la tutela delle famiglie omosessuali, ma anche l’inserimento di tali norme nei Paesi dove ancora non vi sono. La Commissione Europea, durante la presentazione di questa norma, ha affermato che:
“Le persone dello stesso sesso e i loro figli dovrebbero essere riconosciuti come una famiglia, in tutti gli Stati membri” “La proposta è incentrata sull’interesse superiore e sui diritti del bambino” (fonte: Ansa).
Nella proposta si legge che i figli dei genitori dello stesso sesso avranno gli stessi diritti in tutta l’UE:
“Dato che nel diritto internazionale, nel diritto dell’Unione e negli ordinamenti degli stati membri tutti i minori hanno gli stessi diritti senza discriminazioni, la proposta prevede il riconoscimento della genitorialità di un minore indipendentemente dal modo in cui il minore è stato concepito o nato e indipendentemente dal tipo di famiglia del bambino” (fonte: Ansa).
Bruxelles propone l’aggiunta di un certificato europeo per la genitorialità che può essere richiesto per accertare la genitorialità in tutti gli Stati membri, secondo un unico modello ufficiale, facoltativo per le famiglie; questo certificato però non sostituirà i documenti che sono in vigore nei singoli Paesi, come ad esempio il certificato di nascita. Le autorità tuttavia, saranno tenute sia a rilasciarlo che ad accettarlo, e avrà valore in tutte le Nazioni appartenenti alla UE.
Didier Reynders, commissario europeo della giustizia, è tra i maggiori promotori della riforma, e afferma che:
“Nell’istanza rendiamo molto chiaro che il riconoscimento della genitorialità [in un altro Stato membro dell’UE] non può essere rifiutato solo perché i genitori sono una coppia dello stesso sesso“.
Sarebbero circa 2 milioni, secondo il deputato belga, i bambini a trovarsi in questa situazione.
Subito dall’Italia è arrivata la reazione del partito di Giorgia Meloni. In particolare l’eurodeputato Vincenzo Sofo ha affermato che:
“L’Europa porta avanti la volontà di utilizzare il grimaldello della libertà di circolazione come arma per scavalcare i Governi nazionali nella definizione delle politiche famigliari, al fine di imporre l’agenda LGBT.
Lo stesso commissario europeo alla Giustizia, Didier Reyenders, nel commentare la proposta ha ammesso che la Commissione si sta auto assegnando una competenza che spetta ai singoli Stati membri, senza aver avuto da nessuno il mandato per farlo”. (fonte: Ansa).
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