di Federica Caiafa
Questo weekend partirà una caccia che vede coinvolti centinaia di appassionati riuniti da un unico obiettivo: provare l’esistenza del leggendario mostro di Loch Ness. Per raggiungere tale scopo i ricercatori impiegheranno anche, per la prima volta, nuovi mezzi a loro offerti dalla moderna tecnologia.
Loch Ness, centinaia di volontari si preparano a ricercare prove dell’esistenza di “Nessie”
Dimostrare la realtà della leggenda del mostro di Loch Ness: è questo lo scopo di quella che viene descritta dal The Guardian come la “più grande ricerca organizzata del mostro di Loch Ness degli ultimi 50 anni”. Tale ricerca, che inizierà inizio questo weekend, vedrà partecipare centinaia di appassionati della creatura, sulla cui esistenza si discute ormai da secoli. Nessuno finora, infatti, è riuscito a provare definitivamente che le profondità del lago delle Highlands scozzesi siano abitate da “Nessie”, essendosi rivelate false tutte le foto che ritrarrebbero il mostro.
Chissà, però, se non sarà proprio questa prossima ricerca a cambiare le cose, grazie all’impiego di tecnologie piuttosto avanzate. Verranno infatti utilizzati droni per produrre immagini termiche dell’acqua dall’aria con telecamere a infrarossi, nonché un idrofono per rilevare segnali acustici sotto la superficie.
Alla ricerca del mostro: gli scopi dell’iniziativa
L’iniziativa, organizzata dal Loch Ness Centre, ha così portato alla riunione di centinaia di appassionati della creatura, che saranno impegnati a sondare le acque del lago in cerca di increspature o eventuali movimenti “difficilmente spiegabili”. A guidare tali ricercatori amatoriali sarà Alan McKenna, membro del gruppo di ricerca volontario Loch Ness Exploration. McKenna ha così introdotto tale caccia: “È sempre stato il nostro obiettivo registrare, studiare e analizzare tutti i tipi di comportamenti e fenomeni che possono essere non semplici da spiegare. La nostra speranza è quella di ispirare una nuova generazione di appassionati del mostro di Loch Ness e avere una reale opportunità di contribuire a questo affascinante mistero che ha affascinato così tante persone da tutto il mondo”.
Solo il tempo ci dirà se la ricerca avrà successo, ma nel frattempo ha senza dubbio avuto già un primo effetto positivo. Il turismo nelle Highlands, infatti, non sta vivendo un periodo prospero, ma il riaffiorato interesse verso la leggenda ha portato un’opportunità importante di rilancio della regione. A confermarlo è l’incremento «incredibile» delle prenotazioni nei locali alberghi e della frequentazione delle varie attrazioni nel 2023.
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