Uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica Analytical Chemistry, ha scoperto che forse Vlad III di Valacchia, fonte di ispirazione per il famoso conte Dracula, soffriva di emolacria, ossia il sangue nelle lacrime, e che era vegetariano.
Uno studio ha effettuato un analisi delle tracce di biomolecole trovate su alcune lettere scritte da Vlad III di Valacchia, il quale è stato di ispirazione allo scrittore Bram Stoker per la creazione del personaggio di Dracula. Lo studio afferma che forse l’alimentazione del condottiero non comprendesse carne, per via della sua salute.
Questo articolo ha fatto nascere nuovo interesse per un ambito di ricerca che si sta espandendo in questo periodo, ossia la paleoproteomica, che consiste nello studio di proteine recuperate da resti di materiali paleontologici o da antichi oggetti personali.
I ricercatori si sono concentrati su tre lettere, una del 1457 e le altre due del 1475, individuando moltissimi peptidi, che sono l’unione di molecole di amminoacidi. Alcuni di questi peptidi sono di origine umana e risalgono a 500 anni, altri invece sono più antichi e sono di origine ambientale. Con questi dati si è riusciti a ipotizzare che Vlad III soffrisse di una malattia chiamata emolacria, che produce sangue nelle lacrime. Non solo, sembra che egli soffrisse anche di processi infiammatori alle vie respiratorie e alla pelle.
Queste malattie rappresentano molto bene la situazione igienica della Valacchia, la zona in cui ha vissuto Vlad III. Questa aerea geografica infatti era caratterizzata da un fortissimo freddo e in quel periodo il territorio era anche zona di ritrovo di soldati, mercanti e schiavi, i quali si portavano dietro, inevitabilmente, delle malattie.
Gleb Zilberstein, uno dei ricercatori, ha affermato che grazie ai peptidi ritrovati sui reperti si possono capire molte cose sulla persona analizzata, tra cui l’alimentazione. Analizzando le lettere di Vlad III i ricercatori infatti si sono accorti della mancanza di proteine derivanti dalla carne. Infatti tutti i peptidi ritrovati sono associati al cibo provenivano da frutta e verdura. Zilberstein ha affermato:
“Il prototipo del vampiro potrebbe essere stato vegetariano o vegano non per scelta etica, ma per ragioni di salute o per mancanza di alternative, dal momento che, secondo i bioarcheologi, gli aristocratici di tutta Europa avevano una dieta molto povera e la carne non veniva mangiata spesso”.
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