Una tempesta incombe su una piccola cittadina sulla costa Ovest degli Stati Uniti. Un gigantesco tornado domina l’orizzonte. Max è nel panico. È puro caos. D’improvviso, però, il nulla. Silenzio. Max si risveglia in classe, durante una lezione di fotografia del professor Jefferson. Si era addormentata e stava sognando? Possibile, ma quel sogno sembrava così reale… È così che inizia Life is Strange: Chrysalis, il primo dei cinque capitoli che compongono l’avventura di Max e Chloe ad Arcadia Bay.
Sviluppato dai ragazzi di Don’t Nod, Life is Strange si presenta come un’avventura narrativa, dove le scelte del giocatore sono alla base dell’intera esperienza di gioco. Siamo noi, nei panni di Max, a plasmare il destino dei protagonisti e di tutta Arcadia Bay. Dopo un terribile evento scatenante, di fatto, Maxine ottiene un potere speciale: può tornare indietro nel tempo.
È su questa meccanica che si basano il gameplay e la progressione, con il giocatore che può riavvolgere gli ultimi istanti per esplorare nuovi bivi narrativi (le cui conseguenze possono concretizzarsi sia nel breve che nel lungo termine), risolvere degli enigmi e salvarsi da situazioni spinose.
Sono le varie scelte, di fatto, le vere protagoniste di Life is Strange. Sono queste a determinare lo sviluppo degli eventi e delle relazioni tra Max e i vari personaggi. Don’t Nod è stata molto brava nel calibrare il loro impatto nel breve e lungo termine. Non ci sono decisioni giuste o sbagliate: bisogna affidarsi all’istinto e alla propria visione delle cose. La possibilità di scegliere poi si sposa alla perfezione con il potere di riavvolgere il tempo di Max, che permette di sperimentare le conseguenze immediate e provare a dedurre quelle future.
Con il suo potere, Max può cambiare davvero le cose. Può aiutare i suoi amici e provare a salvare Arcadia Bay da un’imminente tempesta. È grazie a esso che comprende l’importanza degli attimi, dei momenti apparentemente più insignificanti: anche questi possono avere importanti conseguenze sul futuro.
Sono proprio gli attimi, i momenti di vita quotidiana, a rendere speciale Life is Strange. Camminare per il campus della Blackwell al tramonto, guardando gli stormi di uccelli danzare alla flebile luce del Sole; passeggiare sulle rotaie insieme a Chloe ricordando lontani momenti d’infanzia; chiacchierare sul letto del futuro, delle proprie aspirazioni e paure; fare colazione al Two Whales, il diner dove lavora Joyce, la mamma di Chloe; e parlare con Warren di vecchi film: sono queste istantanee a rendere unico Life is Strange.
Tra tutti, quello che più lascia il segno è il rapporto con Chloe, la migliore amica d’infanzia di Max, che la giovane protagonista non sente da cinque anni, da quando si è trasferita in un’altra città. Da allora Chloe è cambiata profondamente. L’ha cambiata Arcadia Bay, con il suo micro-cosmo sociale. L’ha cambiata la morte del padre William, che le ha distrutto l’anima.
L’incontro con Max però le dà speranza. La riporta con la mente a un tempo lontano, quando tutto andava per il meglio. Quando si è adolescenti cinque anni sembrano davvero una vita. Max riporta un po’ di luce nelle sue giornate, macchiate dal rapporto difficile con David, il nuovo compagno di Joyce, e dalla scomparsa di Rachel Amber, dimenticata troppo presto dagli abitanti di Arcadia Bay. Con il suo potere, Max può fare la differenza. Può cambiare le cose. Come? Questo è affidato alle decisioni del giocatore.
L’opera di Don’t Nod, uscita originariamente nel 2015, è invecchiata piuttosto bene. Al netto di alcuni glitch grafici, che in più di un’occasione rischiano di rompere l’immersione negli eventi di gioco, Life is Strange è ancora estremamente godibile grazie soprattutto al suo comparto artistico peculiare.
Questo, unito a una colonna sonora eccellente e a un gameplay semplice ma funzionale alla narrazione (anche se forse un po’ troppo limitato, anche per l’epoca) rende il titolo ancora oggi un must-have per tutti gli appassionati di avventure narrative. Life is Strange riesce a trascendere i confini ludici e spingere il giocatore a interrogarsi sulla propria vita, sulle proprie aspirazioni, sul ruolo del destino e sulle decisioni, sul loro peso e sulle conseguenze che hanno sull’ambiente e sulle persone che ci circondano.
Il viaggio nello spazio-tempo di Max vuole insegnare al giocatore che spesso abbiamo poco controllo su ciò che succede intorno a noi, e che per quanto possiamo provare a controllare tutto, alla fine non possiamo fare altro che adattarci e agire di conseguenza. Per quanto possiamo impegnarci, a volte, le cose devono necessariamente seguire il proprio corso.
Recuperare l’avventura di Max ad Arcadia Bay inoltre può rivelarsi un ottimo modo per ingannare il tempo in attesa di Life is Strange: Double Exposure, il nuovo capitolo della serie in arrivo il 15 ottobre 2024. La proprietà intellettuale non è più in mano a Don’t Nod, è vero, con Square Enix che ha affidato i lavori a Deck Nine Games, ma vedere tornare Max non può che far piacere a tutti coloro che hanno apprezzato la sua storia ad Arcadia Bay.
E voi, che ricordi avete con Life is Strange? Vi è piaciuta la sua storia? Cosa vi aspettate da Double Exposure? Fatecelo sapere sulla nostra pagina Instagram! E non dimenticate di continuare a seguirci qui sulle pagine di Nasce, Cresce, Respawna per rimanere sempre aggiornati su tutto il mondo del gaming. Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche:
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