Stando ad alcune indiscrezioni riportate da La Gazzetta dello Sport, nella Legge di Bilancio sarebbero stati inseriti degli emendamenti legati al mondo del calcio, volti a dare respiro ai club italiani, duramente colpiti nelle finanze dalla pandemia. Ma questo potrebbe non essere l’unico intervento a favore delle società sportive.
Lo scorso anno il governo aveva destinato un contributo a fondo perduto alle società di calcio, ma la misura non aveva di certo accontentato i club. Infatti, a detta delle società interessate, questo fondo aveva coperto solo in minima parte le perdite legate al Covid 19. Ovviamente i bilanci dei club del 2020 hanno risentito dei mancati introiti dei biglietti e degli sponsor, perciò la Federcalcio ha chiesto ulteriori agevolazioni.
Gravina, dunque, ha ottenuto un tavolo di mediazione con il MEF, per chiedere una minore pressione sulle società di calcio e non solo. In particolare, l’emendamento inserito in Legge di Bilancio riguarderebbe una parziale sospensione dei cosiddetti contributi previdenziali e assicurativi, rateizzabili in due soluzioni. La sospensione riguarderebbe i primi 4 mesi dell’anno, pagabili in 7 rate dal 30 maggio 2022, questo per il primo 50% della quota, mente l’altra metà sarebbe da saldare entro il 31 dicembre 2022. Questa misura non riguarderebbe solamente le società calcistiche, ma anche tutte quelle professionistiche legate ad altri sport.
Ovviamente l’emendamento di cui sopra sarebbe una discreta boccata d’ossigeno per le società calcistiche, molte tra l’altro con l’acqua alla gola già prima della pandemia. Da solo però non basterebbe di certo ad arginare le gravi perdite dei club. Perciò, accanto a questa misura, il governo dovrà prendere seriamente in considerazione altri strumenti utili a migliorare la situazione: in primis si attende ancora l’approvazione del rifinanziamento del reddito d’imposta, per una cifra che si attesta sui 90 milioni di euro. Inoltre, resta in bilico anche l’aumento dagli introiti garantiti dal decreto “salva sport”; il passaggio dall’attuale 0,5% all’1% proposto garantirebbe un maggiori introiti per i club.
Infine, rimane ancora il nodo sul regime fiscale agevolato, attualmente riservato solo alle SSD e alle ASD, ma che plausibilmente verrà esteso anche alle società professionistiche. Detto in parole povere, l’unica misura fin qui approvata non basta minimamente ad arginare l’emorragia finanziaria dei club.
Prima di chiudere l’articolo, è doveroso fare una piccola riflessione sullo stato di salute dei club italiani; la pandemia ha soltanto accelerato e resa visibile una crisi già in atto da diversi anni, occorre dunque trovare un modello di calcio più sostenibile.
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