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“Le Otto Montagne”, la recensione: la bellezza di un’amicizia fraterna

di Alessandro Marasco

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“Le otto montagne” è il nuovo film di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch che vede come protagonista la consolidata coppia di attori italiani Luca Marinelli e Alessandro Borghi. I due saranno coinvolti in una profonda storia di amicizia e libertà che si sedimenta nel cuore di chi ammira stupefatto tale pellicola. Vediamo insieme i dettagli.

Trama e cast

“Le otto montagne” è una pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti e diretta da Charlotte Vandermeersch e Felix Van Groeningen, quest’ultimo già noto per aver diretto pellicole dall’alto impatto emotivo come “Beautiful Boy” e “Alabama Monroe”. Il cast del film include il fantastico duo composto da Alessandro Borghi e Luca Marinelli in compagnia di Filippo Timi, Elisabetta Mazzullo, Elena Lietti e Surakshya Panta.

Il film narra le vicende di Pietro, ragazzo di città, figlio di un ingegnere e di una maestra. Il padre di lui ha una grande passione per la montagna, per le alpi della Valle d’Aosta in particolare. Più che una passione egli vede nella natura l’unica via di fuga dalla rabbia della città che incombe sulla sua vita. Dall’altro lato abbiamo Bruno, un giovane ragazzo figlio delle montagne. Il film ripercorrerà la loro storia in un percorso di più di vent’anni.

 

 

Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch offrono al pubblico un racconto sensibile e delicato, fatto di piccoli gesti e sguardi. Una storia che unisce le alpi italiane e le montagne dell’Himalaya con una regia ispirata che vede il suo unico limite in una curiosa scelta dei registi, l’utilizzo del formato 4:3. Se il film da un lato giova di questo formato è perché quest’ultimo fa trasparire una maggiore vicinanza ed intimità tra i protagonisti. Tuttavia, questo incide negativamente sulla rappresentazione paesaggistica, straordinaria e  maestosa, ma impossibilitata nel poter avere maggiore ampiezza in scena proprio a causa del formato.

Insomma il 4:3 dona al film un fascino d’altri tempi, un’intimità rara. Ma risulta essere una scelta inconsueta per una pellicola che fa della ripresa aerea di paesaggi il proprio punto cardine. Il comparto tecnico concorre nel creare una perenne staticità, con inquadrature fisse e talvolta simmetriche che donano allo spettatore più dei quadri che delle vere e proprie immagini.

 

Una profonda amicizia anche fuori lo schermo

Luca Marinelli e Alessandro Borghi hanno già affermato la loro chimica nel film “Non essere cattivo”(2015), sviluppando un’amicizia fraterna che sfocia anche nelle loro interpretazioni, come succede ne “Le otto montagne”. L’opera di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch presenta personaggi complessi, sfaccettati e alle prese con la loro croce e delizia: la montagna. Partiamo dal titolo stesso del film: “Le otto montagne”. Titolo che si fonda su una credenza di matrice pseudoreligiosa in Nepal, ovvero la divisione del mondo in otto montagne ed otto mari con al centro un picco dal quale si vede ogni cosa.

Il dubbio che si pone la popolazione autoctona e che poi attanaglierà anche gli animi dei protagonisti è il seguente: “Chi conosce più il mondo? Colui che ha percorso le otto montagne o colui che le guarda dal picco più alto di tutti?”. Attraverso questa metafora fuoriesce anche una spiegazione più che dettagliata degli animi di due individui così simili e diversi. I quali condividono un’altra forma di amore l’uno verso l’altro.

Un’anima persa e insoddisfatta

Pietro (Luca Marinelli) è un ragazzo introverso, intelligente, sensibile e colto. Egli fatica a trovare il proprio posto nel mondo e cerca inizialmente di soffocare questa sua profonda insicurezza nel divertimento della vita mondana cittadina. Il giovane Pietro si definisce un po’ uomo e un po’ ragazzo. Su di lui aleggia la colpa di un burrascoso rapporto con la figura paterna, non avendo mai rispettato le sue aspettative e scoprendo, con l’avanzare del tempo, di averlo conosciuto solo in parte.

La montagna per Pietro è un modo per rispettare il volere di un padre insoddisfatto, un modo per cercare di trovare la propria strada, per trovare l’ispirazione, per imparare a vivere e ad amare la vita. Dei due lui è l’uomo che cerca di conoscere il mondo esplorando le otto montagne e gli otto mari, diventando quasi insaziabile davanti al principio della scoperta. Il film segue il suo punto di vista, rendendolo maggiormente protagonista grazie anche alla sua voce narrante che scandisce gli eventi.

 

Il figlio della montagna

Poi abbiamo Bruno (Alessandro Borghi). È un figlio della montagna, illetterato ma di gran cuore e abituato alle intemperie che la vita e la montagna gli mettono di fronte. Bruno, a differenza di Pietro, non soffre dello stesso dilemma, non deve ricercare un sogno poiché già ne possiede uno: la montagna. Il personaggio vede in quest’ultima un rifugio dalla caotica, aggressiva e alienante società. Bruno ammira la bellezza del mondo naturale, anche e soprattutto nelle sue difficoltà e non solo nella maestosità visiva.

È un sognatore con i piedi per terra, non idealizza la natura, la conosce e la ama pur capendone ogni sua difficoltà. La sua ambizione più grande è trascorrere una vita caratterizzata dalla semplicità. La quale per lui è sinonimo di barriera verso il mondo esterno e per questo di felicità. Bruno è l’uomo che guarda il mondo dal picco più alto di tutti, ed essendone disgustato e spaventato, rende quella metaforica vetta casa e rifugio.

 

Il dolore di un padre

Risulta impossibile non analizzare anche un altro personaggio fondamentale della storia, Giovanni, padre di Pietro, interpretato da Filippo Timi. Per quanto il personaggio non sia presente in buona parte della pellicola, la sua presenza aleggia sulle vite dei protagonisti per tutta la durata del film. Giovanni è un uomo scisso. Diviso tra la rabbia e l’infelicità cittadina, e un amore profondo verso la montagna, unica fonte di gioia per lui. Egli risulta essere un individuo alquanto ambiguo proprio a causa di tale dicotomia, diventando quasi un’altra persona a seconda del contesto in cui si ritrova. Il rapporto conflittuale con Pietro è stato più volte placato dalla bellezza paesaggistica delle Alpi, la stessa che gli ha permesso di vedere in Bruno un altro figlio con cui condividere questo amore ed in parte rimpiazzare l’assenza del figlio biologico.

 

Conclusioni

“Le otto montagne” non è un film perfetto, come tutte le pellicole tratte da opere letterarie, troviamo delle sbavature nella narrazione che talvolta spreca l’opportunità di raccontare con maggiore approfondimento alcune parti. Verso la fine della pellicola, infatti, questa sembra perdersi in sé stessa senza una vera e propria sequenzialità, riacquisendo il focus nella parte conclusiva, emozionando non poco lo spettatore ormai di nuovo catturato dal fascino dell’opera. Ad esempio sarebbe stato gradito un ulteriore approfondimento sulla cultura Nepalese. Nulla di grave in confronto a ciò che il film narra, una semplice storia di formazione che pone al centro i piccoli gesti ed i grandi paesaggi. L’immensità della natura e l’impercettibilità di uno sguardo qui sono messe sullo stesso piano, regalando al pubblico un profondo e malinconico senso di libertà.

Pro

  • Caratterizzazione magistrale dei personaggi;
  • Interpretazioni eccelse da parte di tutto il cast;
  • Regia, fotografia e montaggio concorrono alla creazione di un’esperienza intima e personale che coinvolge lo spettatore;

Contro

  • L’utilizzo del formato 4:3 priva il film di respiro, nonostante le riprese aeree di paesaggi mozzafiato, questo tipo di formato non è sempre adatto ad una pellicola paesaggistica;
  • Poco prima della fine del film la narrazione assume un ritmo caotico e non ben definito, non capendo dove voglia condurre;
  • Il film spreca l’occasione di approfondire maggiormente il contesto nepalese;

“Le otto montagne” è una pellicola che sfiora le corde dell’anima, che appaga e commuove, inducendo nello spettatore quell’improvvisa voglia di fuga e profondo silenzio. Il film, pur non essendo perfetto, scruta nei cuori di chi guarda, alleviando le insoddisfazioni di ogni spettatore con una storia dolce e malinconica tra le montagne del mondo. Sperando che questo articolo vi sia piaciuto vi invitiamo a tener d’occhio Nasce, Cresce, Streamma per altre news e recensioni sul mondo del cinema e non solo.

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