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L’appello degli esperti e di Musk: “Stop allo sviluppo di ChatGPT!”

Le intelligenze artificiali si stanno evolvendo sempre più rapidamente. Questo incessante sviluppo però sta preoccupando diversi esperti, tra cui lo stesso Elon Musk. Secondo il numeroso gruppo di imprenditori e accademici il progresso di cui sono protagoniste le AI, tra cui ChatGPT, porterà a sconvolgimenti epocali. Nella lettera inviata ai governi e alle aziende gli esperti chiedono una moratoria di sei mesi all’addestramento delle AI generative.

ChatGPT, un caso eccezionale

Nella lettera inviata ai governi si richiede nello specifico l’arresto dell’addestramento di Gpt-4, modello di OpenAI lanciato a metà marzo. Quello a cui fanno appello gli esperti, sono gli sconvolgimenti epocali a cui si andrebbe in corso. I sei mesi previsti dalla moratoria dovrebbero essere quindi sfruttati per sviluppare protocolli di sicurezza, sistemi di governance dell’AI e riorientare gli studi per garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano più precisi e sicuri.

La richiesta di uno stop a questo sviluppo arriva anche da un ricercatore italiano, Domenica Talia. Talia, professore di Ingegneria informatica all’Università della Calabria, ha affermato a Italian Tech: “Sappiamo che l’innovazione non si può fermare, ma questo è un caso eccezionale. Quello che sono in grado di fare queste tecnologie non è chiaro nemmeno a chi le crea. Sta succedendo tutto troppo in fretta. Tra pochi mesi potrebbe essere già pronta una Gpt-5. Ancora più potente. Queste tecnologie sono destinate a cambiare tutto. Cambieranno il lavoro di milioni di persone. Centinaia di milioni di persone. Soprattutto lavori intellettuali”.

La petizione

La petizione è stata pubblicata sul sito Futureoflife.org. Con essa gli imprenditori e gli accademici richiedono una moratoria almeno fino a che non verranno generati dei sistemi di sicurezza adeguati. La maggiore paura degli esperti è che queste intelligenze vengano sviluppate tanto da superare l’intelligenza umana. Sarebbero necessarie quindi nuove autorità di regolamentazione; è essenziale monitorare i sistemi di intelligenza artificiale e sviluppare tecniche per aiutare a discernere ciò che è reale da ciò che è artificiale e istituzioni capaci di gestire gli spaventosi cambiamenti economici e politici a cui l’AI indurrà.

Intelligenza Artificiale (@Shutterstock)

Musk e Altman, creatore di ChatGPT, lanciano l’allarme

Tra i molti esperti che hanno firmato la petizione ritroviamo anche Elon Musk, il numero uno di Tesla, Space X e Twitter, e Yuval Noah Harari, storico israeliano autore di “Sapiens”. Oltre a loro ha ammesso le proprie preoccupazioni persino il creatore di OpenAI, Sam Altman, che si dice spaventato dalla sua creazione nel momento in cui viene utilizzata per “disinformazione su larga scala o attacchi informatici”. A metà marzo Altman aveva dichiarato a ABC News: “La società ha bisogno di tempo per adattarsi. Negli ultimi mesi, i laboratori di intelligenza artificiale si sono bloccati in una corsa incontrollata per sviluppare e implementare cervelli digitali sempre più potenti, che nessuno – nemmeno i loro creatori – può capire, prevedere o controllare in modo affidabile”.

Il problema principale è perciò il tempo. Il mercato tecnologico si basa prettamente sulla rapidità con cui le società riescono a rispondere alle richieste: vince chi per primo presenta il prodotto migliore. “Il problema è che le grandi società private hanno interessi solo a Wall Street. È a loro che ci rivolgiamo. Il nostro appello non arriva solo da accademici, ma anche da imprenditori come loro”, queste le parole di Talia a riguardo.

Le società, esiste solo Wall Street

Hanno firmato la lettera anche il co-fondatore di Apple, Steve Wozniak, il CEO di Stability AI, Emad Mostaque, competitor di OpenAI, alcuni membri del laboratorio di intelligenza artificiale di Google DeepMind, esperti di AI e accademici statunitensi, ingegneri senior di Microsoft (alleato di OpenAI).

Anche Talia ha condiviso i rischi a cui si andrà incontro. “Che questi strumenti vadano fuori controllo. Che non si capisca perché fanno determinate cose. Sono chatbot che rispondono direttamente dai motori di ricerca. Sono alimentati da miliardi di parametri, ma chi ha il controllo sulle risposte? Chi può evitare che diffondano disinformazione? Magari in comunità particolarmente sensibilI?”. Ciò che spaventa gli esperti è la relazione diretta che c’è tra i chatbot, quali ChatGPT, e le persone. Il dialogo avviene senza controlli e senza considerare principi etici. Proprio per questo, quando saranno potenziate al massimo, addirittura tra pochi mesi o tra poche settimane, le intelligenze artificiali avranno degli effetti rovinosi.

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Melissa Marocchio

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