La vittoria della Cremonese in casa della Roma ha scritto una delle pagini recenti più belle della Coppa Italia. I grigiorossi infatti approdano in semifinale dopo aver battuto due giganti del calibro di Napoli e giallorossi. La finale ora non è più un miraggio lontano, ma a prescindere dal risultato delle semifinali, questa edizione rimarrà comunque nella storia della Cremo e del calcio italiano.
I problemi della Coppa Italia sono ben noti. Nei top campionati europei sono le big a giocare in trasferta, con le squadre di piccolo calibro che spesso fanno il colpaccio tra le mura amiche. In Italia ovviamente una formula del genere non potrà mai esserci, anzi. Con l’ultima riforma della Coppa Italia, il torneo è diventato ancora più esclusivo, dato che vi partecipano soltanto le squadre di Serie A e B con l’aggiunta delle neopromosse dalla C. Questo ovviamente va a vantaggio delle squadre del massimo campionato che con due o tre partite si possono trovare in semifinale, mentre penalizza tutte le altre squadre. Non è infatti un caso che l’ultima impresa in Coppa Italia risalisse alla cavalcata dell’Alessandria targata 2015-16. In quell’occasione, i grigi arrivarono in semifinale partendo dal primo turno.
A distanza di 7 anni, un’altra impresa è avvenuta; i grigiorossi tornano a disputare una semifinale dopo 36 anni, quando vennero eliminati dall’Atalanta. Inoltre, la Cremonese è la prima neopromossa a giungere in semifinale dalla stagione 2011-12, quando uno sorprendente Siena si arrese per 3-2 al Napoli.
Indubbiamente la Cremonese sta facendo un piccolo miracolo sportivo. L’arrivo di Ballardini pare aver dato una scossa a una squadra che comunque anche prima giocava bene ma non concretizzava. Ora invece i grigiorossi non si limitano ad essere ostici per gli avversari, ma portano anche risultati a casa. Le sfide contro Napoli e Roma, per giunta giocate nella tana del leone, hanno mostrato una Cremonese arrembante, che si gioca le partite a viso aperto. Sul momentaneo 0-2, la formazione lombarda avrebbe potuto benissimo chiudersi in difesa e spazzare la palla sperando di arrivare in fretta al fischio finale, invece non buttava la palla e ripartiva in contropiede. Anche con le seconde linee (su tutte Sarr al posto di Carnesecchi).
Se da un lato la formazione di Ballardini ha i suoi grandissimi meriti, è altrettanto vero che Napoli e Roma abbiano i loro demeriti. Entrambe le formazioni han deciso di fare turn-over, stravolgendo però gli equilibri delle squadre. Inoltre, la Cremonese ha approfittato degli errori concessi da Kumbulla e Celik; errori gravi, che di fatto han consegnato la partita agli avversari. Fare turn-over è lecito, prendere sottogamba l’avversario no. In definitiva, spesso le big snobbano la Coppa, vista come un inutile spreco di tempo ed energie, facendo quindi giocare le seconde linee. Teoricamente sarebbe giusto far rifiatare i titolari e concedere spazio ai panchinari, ma questo senza che si debba stravolgere la squadra.
Un’ulteriore impresa della Cremo sarebbe un bellissimo manifesto per il calcio italiano e per la competizione, ormai ridotta alle solite 8 squadre che si sfidano, con un tabellone che sembra uguale anno dopo anno. A prescindere da questo, i grigiorossi hanno già fatto due imprese e meritano di essere ricordati come una bellissima favola di questa stagione sportiva. Quanto alla Coppa Italia, sarebbe ora di adeguarsi ai format che si vedono in giro per l’Europa; partite in casa delle squadre di minor calibro, più squadre partecipanti, big che iniziano dal secondo o terzo turno. Infatti, ne gioverebbe anche lo spettacolo; la FA Cup ha un fascino incredibile ed è molto ambita come diritti TV proprio per questi fattori. Vedremo se prima o poi ci sarà una svolta in questo senso.
Infine, si spera che l’esempio della squadra di Ballardini possa servire alle squadre più piccole a capire che la Coppa Italia si può giocare, nulla è già scritto, e che con 6 o 7 partite puoi giocarti un trofeo e addirittura l’accesso in Europa.
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