Il 2010 segnò la fine del periodo d’oro interista, che culminò col triplete sotto la guida di Mourinho e poi vide un lento declino della rosa. Già dopo 2 anni gli unici campioni d’Europa rimasti all’Inter erano Samuel, Zanetti, Cambiasso e Milito.
Il calo dei nerazzurri favorì, fra le altre cose, la rinascita della Juventus, che dopo due 7° posti consecutivi tornò sul tetto d’Italia nel 20111/12 col nuovo allenatore Antonio Conte. Uno dei fattori principali del dominio bianconero fu anche la costruzione del nuovo stadio, l’attuale Allianz Stadium, che non era mai stato espugnato da nessuna squadra in tutta la sua prima stagione di “vita”.
A infrangere questo record ci pensò proprio l’Inter di Stramaccioni, che a novembre 2012 si presentò a Torino, nella roccaforte dei campioni d’Italia, e prese persino gol dopo neanche 1 minuto di gioco da Vidal. Sembrava il solito assedio juventino, e invece la doppietta di Milito e il gol di Palacio ribaltarono completamente le sorti della gara.
A Torino finì 1-3, la Juve vinse comunque il suo secondo scudetto di fila ma a quell’Inter rimase il merito di aver infranto l’imbattibilità della Juventus nel suo stadio.
Al Delle Alpi di Torino il 29 novembre del 2003 andò in scena uno dei Derby d’Italia più belli della storia recente dei nerazzurri. Difatti, nella tana del leone di una Juventus dal potenziale altissimo ma con tanti alti e bassi, si presentò un Inter in preda al caos allenatori. In quella stagione, partita sotto la guida tecnica di Cuper, si alterneranno infatti 3 tecnici sulla panchina della Beneamata, tra cui Zaccheroni.
In questo Derby d’Italia tra grandi deluse (che nonostante tutto arriveranno terza e quarta), furono i nerazzurri a fare il brutto e il cattivo tempo in campo. Dopo appena 12 giri d’orologio, Julio Cruz con una punizione dal limite dell’area di rigore si iscrisse al tabellone dei marcatori. Nonostante i tentativi, spesso convulsi e fini a sé stessi dei bianconeri, l’Inter riuscì a chiudere il primo tempo in vantaggio. Nella seconda frazione di gioco, il match si infiammò, con grandi occasioni da entrambe le parti, ad approfittarne fu l’Inter, sempre grazie al Jardinero, che, a porta praticamente sguarnita dopo una corta respinta di Buffon, non dovette fare altro che insaccare in rete.
Infine, a completare la disfatta della Juventus ci pensò Legrottaglie, che litigando con il pallone, si fece rubare palla da Oba-Oba Martins, il quale ebbe vita facile a beffare Buffon. Inutile a fini del risultato finale, il gol su calcio d’angolo di Montero.
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