di Fabio Danei
Ci sono differenze pratiche tra il doppiare grandi produzioni (come i vari Avengers o Spider-Man) rispetto ad altre più modeste?
“Sì, ci sono delle differenze in mole di lavoro, perché per doppiare questi film si fanno un tot. di righe a turno, che sono meno di quelle che si fanno per un cartone animato, per una telenovela o per altre produzioni più modeste. Per spiegarmi meglio: se un tot. di righe per una serie si fanno in due turni, per un film si fanno in cinque magari. Questo perché si cerca di curare di più il prodotto: avendo più tempo si possono incidere più volte le scene, si possono riguardare più volte e cose del genere. Questa è la differenza sostanziale”.
Sappiamo che hai una grande passione, che ti ha trasmesso tuo padre, anche per la musica. Potresti raccontarci il tuo percorso, i tuoi obbiettivi e i tuoi progetti futuri in quest’altro mondo?
“La passione per la musica è nata da mio padre, come ben detto. Ho cantato fin da piccolo. Anche mio padre ha fatto musica fin da quando era un ragazzino e ha viaggiato per tutto il mondo e lavorato in posti bellissimi. Ha scritto persino un inno della squadra di calcio della Roma cantato da Lando Fiorini, che si sente ancora oggi negli stadi (da qui la mia fede romanista). Io sono nato grazie alla musica: mio papà ha conosciuto mia mamma alle selezioni di uno Zecchino D’oro a cui ha partecipato mio fratello (e che ha vinto). Io e mio fratello abbiamo un cognome diverso perché abbiamo papà diversi”.
“Arrivato all’adolescenza ho cominciato a scrivere per comunicare qualcosa di mio e più avanti ho partecipato a vari contest e festival. Ad uno di questi è andata particolarmente bene: al Festival Show. Nelle varie tappe dell’evento c’erano artisti affermatissimi che cantavano le loro canzoni e c’era anche una gara per emergenti. Ho passato le selezioni, c’erano centinaia di iscritti, e sono riuscito ad arrivare alla finalissima, durante la quale si esibivano i primi tre. Ho potuto cantare “Va tutto bene“, il mio primo singolo pubblicato, nell’Arena di Verona (che era il luogo della finale). Fu un’emozione grandissima perché l’Arena era piena e ho potuto cantare davanti a 15’000 persone. Questa penso sia l’emozione più grande che io abbia mai provato nell’ambito della musica. Ho vinto anche un talent show che si svolgeva in un locale romano (You Can Sing) ottenendo una produzione discografica”.
“Il doppiaggio mi occupa un sacco di tempo e spesso non riesco a dedicarmi alla musica quanto vorrei: non è facile conciliare le due passioni, ma a volte per fortuna capita. Riuscire a coltivare una carriera da cantante non è facile, purtroppo la giornata ha solo 24 ore. Aggiungo che quest’anno sicuramente arriveranno nuovi progetti musicali”.
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