di Antonio Stiuso
L’intelligenza artificiale ha aumentato sempre di più il proprio raggio d’azione, venendo perfino utilizzata nelle conversazioni con gli esseri umani. Grazie all’insieme di alcune tecnologie, questa consente ai nostri device di conversare con noi utilizzando un linguaggio naturale e, secondo gli esperti del settore, in un futuro non troppo lontano potremmo intrattenere conversazioni sempre più convincenti.
Cos’è l’intelligenza artificiale per conversazioni
L’intelligenza artificiale per conversazioni raccoglie e analizza le lingue attraverso l’apprendimento automatico e l’elaborazione del linguaggio naturale; comprendendo e generando risposte simili a quelle che darebbe una persona. La particolarità dell’AI è che diventa sempre più intelligente con il passare del tempo, utilizzando sempre più dati per migliorare le proprie conversazioni; questa, infatti, migliora le proprie conoscenze cercando risposte e soluzioni collegandosi ad altri computer.
Il caso più emblematico è senza dubbio quello di LaMda, l’intelligenza artificiale di Google che, stando alle dichiarazioni di un ingegnere che supervisionava il progetto, avrebbe addirittura sviluppato una propria coscienza. Secondo Blake Lemoine, l’ingegnere Google che intratteneva conversazioni con LaMda, infatti, l’AI di Google non sarebbe più una semplice macchina, ma avrebbe migliorato la propria capacità di conversare al punto tale da sviluppare una propria anima. Le dichiarazioni e i sospetti di Lemoine sono state in seguito smentiti dai suoi colleghi e da Google stessa, ma le domande rimangono.
Una chiacchierata con l’IA
Quando potremmo quindi avere una conversazione con un’IA simile ad una persona vera? Secondo le dichiarazioni rilasciate a Focus di Chiara Rubagotti, ingegnere che si occupa della voce italiana di Amazon Alexa: “Arrivarci non sarà facile, ma spero tra dieci anni. Se diremo ad Alexa che siamo tristi, lei non sarà soltanto in grado di suggerirci l’ascolto della nostra canzone preferita; potrà intrattenere una vera conversazione per farci sentire meno soli o tirarci su il morale. L’analisi delle emozioni dell’utente è un campo molto sviluppato, anche se Amazon non ha compiuto ancora passi in questa direzione. Noi promuoviamo uno sviluppo responsabile degli assistenti vocali”.
Invece Roberto Navigli, esperto di elaborazione del linguaggio naturale dell’Università La Sapienza di Roma, non si sbilancia con una possibile data di nascita di un’IA con queste potenzialità. Per Navigli “Le conversazioni saranno convincenti quando nelle intelligenze artificiali saranno inserite la semantica, che studia il significato delle parole, il senso comune e la pragmatica, che si occupa del rapporto tra i segni e il contesto sociale e d’interazione in cui si usano”. Nell’attesa di un’IA che possa consolarci nei momenti di tristezza, meglio godersi i consigli di un buon amico…
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