di Lorenzo Peratoner
Riscaldamento globale, mancanza d’acqua potabile, inquinamento. Queste sono solo alcune delle sfide più incombenti a cui l’umanità deve trovare una soluzione nel giro di poco tempo, affinché le conseguenze non si rivelino disastrose per le generazioni a venire. Il concetto di sostenibilità, infatti, è da diversi anni uno slogan utilizzato spesso in politica e da parte di molte aziende. Uno dei principali nemici della sostenibilità, tuttavia, è la carne. Pensate solo che, come rivelato da Greenpeace, gli allevamenti intensivi sono responsabili del 17% dell’inquinamento in tutta l’Unione Europea, ovvero incidono di più rispetto ai mezzi su ruota attualmente in circolazione. Un team di scienziati, tuttavia, sembra aver trovato una possibile soluzione grazie agli insetti, anche se l’idea non piacerà a tutti, soprattutto a noi italiani…
I dettagli della ricerca
La ricerca in questione si può consultare nel sito dell’American Chemistry Society, ed è frutto della collaborazione di diversi scienziati, la cui guida, Hee Cho, è una ricercatrice dell’università coreana di Wonkwang. L’esperta, in merito alla ricerca, afferma: “Gli insetti sono un cibo nutriente e salutare. Contengono elevati livelli di acidi grassi, vitamine, minerali, fibre, e soprattutto proteine, in quantità paragonabili a quelle della carne tradizionale“. L’oggetto di studio, infatti, sono stati proprio gli insetti, in particolare le tarme della farina. Sebbene il loro aspetto sia piuttosto sgradevole, sono molto più sostenibili rispetto a qualunque carne, in quanto il loro allevamento è rapido e facile, sono ricchi di nutrienti e richiedono un consumo molto ridotto di acqua, risultando anche meno inquinanti per l’ambiente.
Il processo di selezione aromatica
L’elemento di maggior rilievo dello studio, tuttavia, è un altro. I ricercatori, infatti, erano ben consci che sarebbe stato difficile, soprattutto per noi occidentali, accettare di mangiare insetti, non solo per l’aspetto ma anche per il sapore. Di conseguenza, gli scienziati hanno messo a punto un metodo per far assumere un aroma di carne cotta alle tarme in questione. Inizialmente, hanno analizzato il profilo aromatico di questi insetti crudi nelle loro fase di crescita, dalla larva all’età adulta. Con lo stesso approccio, hanno poi compiuto la stessa analisi con diversi tipi di cottura, ottenendo dei composti chimici simili a quelli presenti durante la cottura della carne. Infine, con l’aggiunta di zuccheri, si possono raggiungere ben 10 aromi diversi di carne cotta. C’è n’è per tutti i gusti insomma.
La ricerca è molto promettente, sebbene la formula sia ancora da rifinire, in quanto, a detta della stessa Hee Cho: “Per ora rimane un retrogusto di gambero difficile da eliminare, ma speriamo di riuscire a migliorare ulteriormente la nostra ricetta in futuro“. L’utilizzo delle tarme a scopo alimentare, inoltre, è stato autorizzato dalla stessa Unione Europea nel 2021, e il settore degli aromi a sapore di carne sta registrando una notevole crescita; dagli attuali 7 miliardi si dovrebbe passare ai ben 9 miliardi nel 2025. Anche se l’idea potrebbe non farci venire l’acquolina in bocca, la tendenza ci suggerisce che nel prossimo futuro diventerò un piatto comune nelle nostre case.
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