Da TikTok ci giunge una terribile notizia. Il cosplayer italiano di 23 anni Vincent, anche conosciuto come Inquisitor3 sui social, si è tolto la vita in seguito ad alcune pesanti accuse (presunte) di pedofilia. Famoso su TikTok grazie ai suoi divertenti video in cui vestiva un cosplay di Ghost, il celebre personaggio di Call of Duty, Vincent è riuscito a raggiungere oltre 100.000 follower con la sua simpatia e costanza nella pubblicazione dei video.
In pochi giorni, la vita di questo ragazzo è stata velocemente rovinata da una presunta chat su Discord, in cui, pare, rivelare i sentimenti che provava per la montatrice dei suoi video, che, condizionale come in tutta questa vicenda d’obbligo, avrebbe 17 anni. La chat è diventata, in poco tempo, di dominio pubblico e anche la ragazza in questione avrebbe pubblicato alcune chat private avute con il tiktoker, nelle quali paleserebbe la sua infatuazione.
Questi messaggi hanno provocato una violenta reazione sul web, con decine di utenti che accusavano il ragazzo di pedofilia. Il 23enne, però, come leggiamo in una di queste conversazione, era convinto che la ragazza avesse intorno ai 17/18 anni, un’informazione che rimane ancora da confermare o smentire. Le intenzioni di Vincent, quindi, non sembrerebbero essere state maliziose. Vi ricordiamo tra l’altro che, in Italia, l’età minima per il consenso è fissata a 14 anni.
Gli insulti e i commenti denigratori, indipendentemente dalla realtà dei fatti, hanno portato il tiktoker a interrompere la pubblicazione dei video, fino a ricomparire sul social qualche giorno fa. In una straziante live, che fortunatamente ora non è più disponibile on line, erano mostrati i tentativi di soccorso al 23enne, che aveva appena tentato il suicidio. Ad ora non sappiamo quali fossero le condizioni del ragazzo il giorno della diretta, né tantomeno qual è la realtà dei fatti. Una cosa è certa: nonostante i dettagli siano ancora piuttosto vaghi, la ferocia e la spietatezza di un ambiente incontrollato come i social media hanno mietuto un’altra vittima. Un’altra vittima di una delle grandi piaghe del nostro tempo: i processi social sommari.
Ribadendo ancora una volta come i dettagli della vicenda siano oscuri e poco chiari, la redazione di NCR vuole mostrare la propria vicinanza alla famiglia del ragazzo, con la speranza che la verità venga preso a galla e che, se un colpevole effettivamente c’è, venga assicurato alla giustizia.
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