I sequel dominano il panorama cinematografico del 2024, come confermano i dati aggiornati al 21 novembre. Secondo la classifica dei “migliori incassi dell’anno”, l’intera top 10 statunitense è composta da sequel, reboot o film legati a franchise consolidati. È un risultato senza precedenti negli ultimi 50 anni e, probabilmente, nella storia del cinema. Ai primi tre posti svettano “Inside Out 2”, “Deadpool & Wolverine” e “Cattivissimo Me 4”, seguiti da “Dune: Parte Due” e “Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero”. Tra i titoli in classifica, due hanno superato il miliardo di dollari di incasso globale. “Inside Out 2” ha raggiunto l’incredibile cifra di 1.698 miliardi di dollari, seguito da “Deadpool & Wolverine” con 1.338 miliardi. Entrambi i film, disponibili su Disney+ a poco più di 100 giorni dall’uscita in sala, testimoniano un mercato cinematografico in trasformazione.
Nella top 10 si posiziona anche Venom: The Last Dance, con un incasso globale di 450 milioni di dollari, di cui 134 milioni provenienti dagli Stati Uniti e 323 milioni dai mercati internazionali. Con un budget di produzione stimato intorno ai 120 milioni, escluso il marketing, il film ha triplicato i costi iniziali, assicurando a Sony Pictures un successo significativo.
Come evidenzia il sociologo Gabriel Rossman dell’Università della California, l’industria cinematografica sta faticosamente risalendo dai minimi storici raggiunti durante la pandemia di COVID-19. Tuttavia, nonostante questa ripresa, il box office globale si attesta ancora intorno al 75% rispetto ai livelli pre-pandemia. Secondo Rossman, la strategia dei cinema sembra ormai orientata verso produzioni che garantiscano un successo quasi assicurato: “Le sale puntano su ciò che è già collaudato, privilegiando sequel, franchise consolidati o persino nuovi generi di nicchia in crescita, come lo streaming di eventi dal vivo.”
Questo approccio, pur efficiente sul piano commerciale, non è però privo di critiche. George Lucas, celebre creatore di Star Wars, ha espresso un giudizio tagliente in un’intervista con Brut Officiel: “I grandi studi non dimostrano più immaginazione. Ripropongono semplicemente vecchie storie, pensando solo a sequel o remake. Sembra non ci sia più spazio per il pensiero originale.” Parole che evidenziano un malcontento condiviso da molti, preoccupati per l’apparente assenza di innovazione creativa e di originalità nell’industria cinematografica contemporanea.
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Articolo di Damiano Longo
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