Il 23 agosto la leggenda del basket Kobe Bryant avrebbe dovuto compiere 44 anni. A due anni dall’incidente che ha portato via la vita del campione e quella di altre otto persone, compresa la figlia Gianna, la questione è tornata all’attenzione dei media a causa di un processo. La famiglia Bryant riceverà un risarcimento a causa di indagini relative alla privacy per delle foto scattate sul luogo del disastro.
Il 26 gennaio 2020 Kobe, la figlia di tredici anni Gianna e altre sette persone, si trovavano a bordo dell’elicottero di proprietà del giocatore quando è accaduto l’incidente. Il mezzo è precipitato nei pressi di Calabasas in California e i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatare la morte di tutti i presenti. In questo tragico quadro alcuni agenti hanno scattato delle foto che poi hanno mostrato ai pompieri e ai loro superiori recatisi sul posto.
Se fosse finita qui non staremmo oggi a parlare di un processo, ma sembra che le immagini siano uscite dall’ambito delle indagini e mostrate ad altre persone. Come riportato direttamente dal sito ufficiale dell’NBA anche altri dipendenti dello Sceriffo della Conte di Los Angeles, esterni alla questione, avrebbero ricevuto le foto. La trama si è poi complicata quando, in tribunale, si è venuti a conoscenza del fatto che un agente avrebbe mostrato gli scatti ad un bartender.
Dopo aver saputo delle foto Vanessa Bryant, moglie di Kobe, ha dichiarato di essere stata profondamente in ansia che potessero fare il giro del web subendo anche attacchi di panico. Assieme al suo avvocato Luis Li e ad un altro familiare delle vittime, Chris Chester, ha deciso di portare in giudizio la Contea di Los Angeles. Le accuse erano quelle per danni per la sofferenza emotiva e violazione della privacy e Vanessa Bryant si è espressa come riportato di seguito:
“Vivo ogni giorno nella paura che io o le mie figlie possano andare sui social media e veder spuntare queste foto”.
Dopo 4 ore e mezza una giuria federale ha espresso il verdetto tra le lacrime di Vanessa. La pena per la Contea è quella di risarcire la famiglia Bryant e Chester rispettivamente di 16 e 15 milioni di euro. Sempre secondo quanto riporta l’NBA il procuratore della contea J. Mira Hashmall si è detto contrario alla decisione della giuria. Quest’ultimo ha compreso l’errore nella condivisione delle foto ma ha anche affermato come queste fossero solo a scopo di indagine. Al procuratore ha risposto Luis Li definendo gli scatti come “pettegolezzi visivi” e per giunta macabri. Nonostante la vicenda legale, rimane comunque il dramma della morte di otto persone e, per gli amanti della pallacanestro, l’aver perso prematuramente un campione dentro e fuori dal campo…
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