di Redazione Network NCI
Il cervello umano si attiva in modo sorprendentemente simile sia quando percepisce stimoli reali sia quando li immagina. Uno studio pubblicato su Neuron ha analizzato in che modo il cervello riesce a distinguere tra ciò che è reale e ciò che è frutto dell’immaginazione. I ricercatori dell’University College di Londra hanno sottoposto 26 volontari a un esperimento: i partecipanti dovevano individuare una figura appena visibile su uno sfondo rumoroso, mentre immaginavano la stessa figura o una diversa. I risultati hanno mostrato che, quanto più vivida era l’immaginazione, tanto più le persone erano inclini a confonderla con una percezione reale, anche in assenza di un’immagine effettiva.
Il ruolo cruciale del giro fusiforme nel cervello per la percezione

Cervello (@Shutterstock)
Grazie alla risonanza magnetica funzionale, gli scienziati hanno individuato il giro fusiforme come area chiave nel processo di distinzione tra immaginazione e realtà. Quando questa parte del lobo temporale si attiva intensamente, il cervello è più portato a considerare reale ciò che vede, indipendentemente dal fatto che l’immagine sia realmente presente. Di norma, durante l’immaginazione, l’attività del giro fusiforme è più debole: questa differenza permette al cervello di discriminare ciò che è reale da ciò che non lo è. Tuttavia, se l’immagine mentale è molto intensa, l’attivazione del giro fusiforme può superare la soglia che il cervello usa per “decidere” che qualcosa è reale.
Implicazioni per la schizofrenia e i disturbi della realtà

Cervello (@Shutterstock)
Queste scoperte sono particolarmente rilevanti per comprendere disturbi psichiatrici come la schizofrenia, che colpisce circa 24 milioni di persone nel mondo. Uno dei sintomi principali è proprio l’incapacità di distinguere tra realtà e fantasia, con deliri e allucinazioni che alterano profondamente la percezione. Lo studio ha anche evidenziato il ruolo dell’insula anteriore, un’area legata alla metacognizione, che collabora con il giro fusiforme nel compito di valutare la realtà. Capire come queste aree funzionano in condizioni normali può offrire nuove strade per trattare o diagnosticare in modo più preciso i disturbi psicotici.
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Articolo di Biagi Linda
Fonte: FOCUS
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