Il ragazzo e l’airone, la recensione: il meraviglioso compimento della filmografia di Miyazaki

A dieci anni di distanza dal suo ultimo lavoro d’animazione “Si alza il vento“, Hayao Miyazaki torna in tutte le sale con il nuovo filmIl ragazzo e l’airone“. La pellicola, uscita in Giappone il 14 luglio e in Italia il 1° gennaio, ha registrato subito un enorme successo al box office, riempiendo immediatamente le sale in tutto il mondo. Prodotto da Studio Ghibli e distribuito in Italia da Lucky Red, “Il ragazzo e l’airone” è un compendio perfetto della poetica del maestro dell’animazione giapponese.

Un viaggio meraviglioso alla scoperta di sé stessi

Nella Tokyo del 1943, durante la Guerra del Pacifico, l’incendio di un ospedale toglie la vita a molte persone, tra le quali Hisako. Il figlio Mahito, di dodici anni, è costretto a trasferirsi nella tenuta di campagna della sorella della madre, Natsuko, con cui il padre si risposa dopo poco. Nella nuova abitazione Mahito inizia subito ad essere seguito da un bizzarro airone cenerino, che lo conduce alla scoperta di alcune antiche rovine di una torre abbandonata. Le misteriose intenzioni dell’animale e gli altri singolari eventi che iniziano ad accadere al ragazzo, lo porteranno ad avvicinarsi sempre di più alla torre. Seguendo l’airone, Mahito non tarderà a scoprire un mondo misterioso e fantastico, unico luogo dove, a quanto sembra, avrà la possibilità di compiere la sua missione.

Un’armonica sinfonia di tematiche

Il ragazzo e l’airone” condensa un’amplissima varietà di tematiche, raccontando una storia che parla di morte, lutto e dolore, ma anche di vita, rinascita e universo. Il personaggio di Mahito subisce un’importante evoluzione nel corso della storia, interiorizzandone ogni esperienza e apprendendo da essa. Parla di vecchiaia e di giovinezza, un’antitesi all’origine del susseguirsi delle cose, comprendendo anche temi cari al regista come l’amicizia, il viaggio, l’infanzia, il cambiamento, la natura e l’ambiente. La trama conduce ad un messaggio di accettazione della vita e delle sue regole, di identità e della sua ricerca. I numerosissimi spunti filosofici presenti, estremamente vari ed intensi, rendono il film capace di lasciare un segno indelebile nello spettatore più sensibile e in grado di interiorizzarlo.

 

 

Un’animazione in costante evoluzione

Sul piano dell’animazione, “Il ragazzo e l’airone” si dimostra ben oltre le aspettative già generate dalla mano alla sua creazione. I paesaggi e gli sfondi che contornano l’azione e le animazioni che descrivono la vicenda sono ancora una volta spettacolari, nello stile con il tempo consolidato dei film di Miyazaki ma con notevoli miglioramenti. A testimonianza di ciò intervengono sequenze mozzafiato come quelle riguardanti il fuoco e gli incendi, dalla tecnica eccezionale, così come la resa di alcuni particolari personaggi. L’animazione si riconferma uno dei maggiori punti di forza della filmografia del regista, dallo stile inconfondibile ma mai banale, nonché in continua evoluzione.

La perpetua magia della filmografia di Miyazaki

Altro elemento fondamentale è la ripresa dei film precedenti di Miyazaki, sia, come già detto, per quanto riguarda alcune particolari tematiche, sia con quelle che sembrano alcune citazioni. La fondamentale ambivalenza tra mondo reale e fantastico, il tema del passaggio e del viaggio attraverso quest’ultimo, ricorda principalmente “La città incantata“. Altri temi già visti all’interno della sua filmografia possono essere la guerra, o il volo; indubbiamente tiene a trattare tutti i temi che il regista ha più a cuore, in un armonico tripudio che riassume la sua essenza. A tale sintesi dei lavori di Miyazaki contribuisce certo anche la colonna sonora, che come i film precedenti torna ad essere composta da Joe Hisaishi. Per quanto intenso ed emozionante anche per i più estranei al regista giapponese, grazie alla grandezza della storia, alla sua varietà e filosofia, nonché le splendide animazioni, “Il ragazzo e l’airone” è certamente più accessibile ed apprezzabile dopo aver visto almeno qualche film precedente o, comunque, conoscendo la sua poetica.

 

 

Considerazioni finali

Il ragazzo e l’airone” è un film dalla vastità disarmante, in grado di affrontare numerosi e diversi temi esistenziali con un’incredibile delicatezza. I temi della vita e della morte si fondono in una vicenda di fantasia, che racconta di identità, cambiamento, amicizia e molto altro, che lascia un segno nello spettatore. L’animazione, nel pieno stile dei film del regista, subisce dei notevoli miglioramenti rispetto ai film precedenti, sfociando in scene e sequenze visivamente spettacolari, in particolare la resa del fuoco e dell’incendio. La ripresa dei film precedenti avviene principalmente per quanto riguarda temi come la coesistenza di un mondo reale e uno fantastico e il viaggio alla ricerca di sé stessi. Ne rievoca l’atmosfera anche la meravigliosa colonna sonora di Joe Hisaishi, già autore delle musiche di molti film dello Studio Ghibli. La profonda filosofia del film, l’animazione e la complessa storia lo rendono, per quanto apprezzabile da qualsiasi spettatore, più indicato con qualche conoscenza del regista e della sua poetica.

Pro

  • Le numerose tematiche presenti e l’armonia con cui vengono affrontate nel corso della trama;
  • La meravigliosa animazione, che rinnova ancora una volta lo stile dei film del regista;
  • L’impeccabile regia di Hayao Miyazaki;
  • Il richiamo alla sua filmografia precedente, soprattutto sul piano dei temi ricorrenti;
  • La spettacolare colonna sonora di Joe Hisaishi, sempre estremamente emozionante ed evocativa;

Contro

  • Nessuno.

 

 

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Alice Casati

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