Reddito di Cittadinanza (@Shutterstock)
Stando a quanto riportato da TGCOM24, il Reddito di Cittadinanza è in procinto di cambiare e le novità si prospettano importanti; il Governo, per contrastare il problema della povertà, è pronto a sostituirlo con il MIA (Misura di Inclusione Attiva), che andrà quindi a prendere il posto del discusso Reddito. In questo articolo andremo ad analizzare tutte le novità per far luce su questo nuovo sussidio.
La prima grande novità sarà l’introduzione di due categorie distinte, in base alle quali il sussidio verrà adattato ed elargito. La prima categoria comprende le famiglie povere senza persone occupabili, ovvero tutti quei nuclei familiari dove è presente almeno un minore, un over 60 o un disabile; l’importo base per questa categoria è di 500 euro. La seconda categoria comprende le famiglie occupabili, ovvero tutti quei nuclei familiari dove, oltre a non esserci nessun individuo sopra elencato, c’è almeno un maggiorenne di età compresa tra i 18 e i 60 anni; in questo caso, il sussidio massimo sarà di 375 euro. Il 31 dicembre, quando scadrà il Reddito di chi attualmente ne fruisce, potrà fare domanda per il MIA, che tuttavia sarà ridotto sia in termini di compenso che in termini di durata rispetto al Reddito finora percepito.
Nonostante queste prime novità, è ancora oggetto di discussione il fattore affitto. Infatti, il Reddito di cittadinanza prevede 280 euro per chi ha a carico un affitto da pagare; diversamente, il MIA potrebbe essere modulato in base alla numerosità del nucleo familiare. Ci sono state anche delle modifiche riguardo la durata del sussidio; mentre per le famiglie povere il MIA durerà 18 mesi (come il Reddito), per quelle occupabili non durerà più di un anno. Dalla seconda richiesta, la durata per le famiglie povere scenderà a 12 mesi, e si potrà presentare non prima di un mese dalla fine del precedente. Per gli occupabili invece, dalla seconda richiesta in poi, scadrà massimo dopo sei mesi e potrà essere richiesto non prima di un anno e mezzo; il fine ultimo di questo sistema è quello di invitare chi ha la possibilità di trovare un lavoro, a farlo il prima possibile.
Per quanto riguarda il tetto ISEE si passerà da 9.360 euro a 7.200; così facendo, secondo le stime, circa un terzo degli attuali beneficiari del Reddito perderebbe il diritto al sussidio. Per quanto riguarda la presentazione delle domande alle agenzie del lavoro, sarà necessaria una domanda telematica che verrà accettata solo dopo i dovuti controlli; i nuclei senza occupabili saranno indirizzati ai Comuni per i percorsi di inclusione sociale, mentre gli occupabili ai centri per l’impiego, dove sottoscriveranno un patto personalizzato.
La riforma coinvolgerà anche le agenzie private per il lavoro oltre che i centri pubblici, e punterà anche sul rafforzamento dei controlli, sulla decadenza dal beneficio per chi non rispetta gli impegni previsti dai patti di inserimento al lavoro, nonché quelli sui reati per chi dichiara il falso o lavora senza contratto e in maniera irregolare, pur percependo il sussidio.
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