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Il Napoli e il caos nello spogliatoio: urla, pugni e accuse

di Elia Mascherini

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Lo Scudetto ormai non è più alla portata del Napoli, almeno non con queste dinamiche da harakiri sportivo. Gli addetti ai lavori rimbalzano la colpa da Spalletti ai giocatori, passando per la società. La verità è che non ci sono “innocenti”, come dimostrato dagli incresciosi episodi andati in scena a Empoli.

Empoli – Napoli: gli strascichi di una sconfitta

Perdere contro una squadra che non vinceva da dicembre è ai limiti dell’accettabile, ma uscire sconfitti dal Castellani per 2-3 quando eri sul doppio vantaggio va oltre ogni logica. Infine, se a questo quadro surreale si aggiunge il fatto che il Napoli ha preso 3 gol in 17 minuti, è logico che nella testa dei giocatori si sia rotto qualcosa.

Non stupiscono perciò i fischi dei 4 mila tifosi partenopei in trasferta in Toscana, che non solo hanno visto le residue chances per il titolo sfumare, ma anche un atteggiamento indecoroso. Quello che stupisce, infatti, è il crollo della squadra, che quando è sotto pressione commette errori da “torneo dell’oratorio”in rapida successione, senza trovare modo di reagire.

Ma il pomeriggio horror del Napoli non è certo finito qui, tutt’altro. Osimhen con intenzioni poco pacifiche è andato sotto la curva, bloccato poi da Juan Jesus, mentre gli altri giocatori sono andati dritti negli spogliatoi. Nella pancia del Castellani, riporta SportMediaset, i giocatori si sarebbero accusati reciprocamente degli errori, sarebbero volate parole grosse, e alcuni giocatori avrebbero preso a pugni per la frustrazione gli armadietti. In tutto questo, Meret sarebbe rimasto da solo in un angolo a piangere per gli errori commessi.

La reazione di De Laurentiis non si è fatta attendere: squadra in ritiro a tempo indeterminato.

Napoli (@Shutterstock)

Analisi dei possibili fattori di colpa

Partiamo da De Laurentiis e dal nodo portiere; stando a Michele Criscitiello, il patron del Napoli spingerebbe per far giocare il portiere italiano invece che Ospina. Il problema sorge quando gli azzurri devono costruire dal basso, fondamentale che manca all’ex Udinese. Questa lacuna ha compromesso la partita di Empoli, con il portiere autore di (almeno) una topica difensiva non irrilevante. Per ragioni di mercato, quindi, De Laurentiis vuol far giocare Meret, sebbene sia poco idoneo ai dettami tattici di Spalletti.

Veniamo ora all’allenatore. Il mister di Certaldo in questo finale di stagione è finito al centro delle critiche di giornalisti e tifosi per lo scarso impiego di Mertens, che, quando chiamato in causa, ha sempre aiutato la squadra. Non solo, il tecnico è, da sempre, tacciato di poco coraggio, con la squadra che quando passa in vantaggio smette di creare azioni offensive degne di questo nome. Le partite contro Roma ed Empoli sono emblematiche. Piccola chiosa sulla chimica di spogliatoio; gli armadietti dello stadio dell’Empoli dimostrano che qualcosa si è rotto. Sarà compito suo riappacificare gli animi.

Infine, veniamo all’ambiente; va bene la delusione, ma così si vanifica un anno di lavoro. I tifosi possono anche essere insoddisfatti da questo finale di stagione, ma rispetto alla scorsa stagione o a quella ancora prima, si vedono dei margini di miglioramento. Pertanto appare assurdo che il San Paolo sia “scarico”, o che i tifosi contestino la squadra invece di supportarla. Specie visti i tanti anni senza trofei degni di nota: una annata in lotta fino alla fine è comunque meglio di quanto ci si potrebbe aspettare.

Le responsabilità sono di tutti, adesso il Napoli e Napoli dovranno rimboccarsi le maniche per chiudere la stagione al meglio, ovvero qualificandosi in Champions League, poi si tireranno le somme.

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