di Lorenzo Ruggieri
Grazie al successo per 0-3 sul Sassuolo, il Milan di Stefano Pioli può festeggiare la vittoria della Serie A 2021-2022! Un successo giunto al culmine di un percorso straordinario, simbolo di programmazione e ambizione. Nulla da fare, dunque, per i cugini dell’Inter, i quali dovranno “accontentarsi” del secondo posto, nonostante la vittoria per 3-0 sulla Sampdoria.
Una gioia incontenibile per la dirigenza rossonera, che ha dovuto fronteggiare una situazione economica tutt’altro che semplice, ma è ugualmente stata capace di coniugare una politica di austerity con ottimi risultati sul campo. E lo Scudetto vinto, il primo dal lontano 2010/11, ne è la prova inconfutabile.
Milan campione: il cammino
Dopo il sorprendente secondo posto dello scorso anno, l’obbiettivo del Milan di questa stagione prevedeva quantomeno una riconferma. Gli addii di Donnarumma e Çalhanoğlu, rimpiazzati dal nuovo arrivo Maignan e dal riconfermato Diaz, non hanno comunque influito sul cammino verso la gloria dei rossoneri, che sono riusciti a fare a meno di due giocatori chiave della stagione precedente.
Unico neo della stagione, il mese di novembre: tra infortuni ed errori, i rossoneri hanno passato un mese senza vittorie, tra campionato e Champions League. Il successo sull’Inter nel girone di ritorno, però, ha alimentato i sogni Scudetto della banda di Pioli. E l’ultimo match contro il Sassuolo ha concretizzato le ambizioni del club di via Aldo Rossi, regalando una notte insonne ai propri sostenitori, undici anni dopo l’ultimo campionato e 1976 giorni dall’ultimo titolo (la Supercoppa Italiana del 2016).
I protagonisti di un traguardo straordinario
Il reparto difensivo del Milan si è distinto per duttilità e funzionalità: la rapidità di Tomori e Kalulu, gli sprint di Theo Hernandez, la solidità di Calabria e l’esperienza di Florenzi. A loro, va aggiunto Sandro Tonali, prezioso nei ripiegamenti difensivi quanto puntuale negli inserimenti (Hellas Verona docet).
Inoltre, la saggezza di Zlatan Ibrahimović ha fatto la differenza più fuori dal campo che all’interno, mentre la stazza di Giroud si è rivelata fondamentale per il gioco di Stefano Pioli. Impossibile non citare anche Rafael Leão, decisivo in più di qualche circostanza con le sue falcate e la rapidità nei movimenti. Menzione d’onore anche per l’allenatore, in grado di amalgamare al meglio gli elementi a disposizione.
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