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Il declino di un potenziale campione: la storia di Mauro Icardi

di Gianluca Scognamiglio

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Mauro Icardi è solo l’ultimo esempio di colpi ad effetto del Galatasaray. Radamel Falcao o più recentemente Dries Mertens: attaccanti vincenti altrove ma nella fase conclusiva della propria carriera. A 29 anni, nel pieno della maturità calcistica di un giocatore, Mauro è già finito in Turchia, il “cimitero degli elefanti” per i calciatori. Ripercorriamo le tappe del declino di un potenziale campione.

I primi passi: Barcellona e Sampdoria

L’inizio della carriera di Icardi lontano dall’Argentina è in Catalogna, in uno dei settori giovanili più importanti al mondo: la cantera del Barcellona. Nelle due stagioni passate ai blaugrana mette a referto 38 reti, senza però mai convincere il tecnico della prima squadra, Pep Guardiola; sarà lo stesso allenatore spagnolo a spingerlo verso una cessione, nel gennaio 2011.

La destinazione di Maurito è la Sampdoria, o meglio la squadra primavera, dove militerà per 18 mesi prima di esordire tra i professionisti: debutto con gol in una sfida del campionato di Serie B tra i blucerchiati e la Juve Stabia. Altra Juve, più blasonata, stesso esito: l’anno successivo Icardi si prende la scena siglando 3 reti tra andata e ritorno ai bianconeri Campioni d’Italia, trascinando la Samp a un doppio successo in campionato.

Amore e odio: la storia di Icardi con l’Inter

Nell’estate del 2013 è l’Inter di Mazzarri a dare fiducia al 20enne di Rosario, versando 13 milioni nelle casse della Samp. Arrivato per continuare la grande tradizione di attaccanti argentini della storia nerazzurra, Maurito inizia con il botto: gol alla Juventus alla terza giornata e subito idolo dei tifosi.

Dopo una prima stagione nel complesso difficile, per colpa di qualche infortunio, riesce finalmente a mostrare tutto il suo potenziale: un potenziale da campione! Le 22 reti in campionato gli valgono anche il titolo di capocannoniere della Serie A 2014/15, al pari di Luca Toni. Una leadership non solo dal punto di vista tecnico che gli vale la fascia di capitano dell’Inter, a soli 22 anni, per la stagione successiva.

Nelle stagioni a venire ricordiamo sprazzi da fenomeno assoluto, come ad esempio il gol e l’assist d’esterno nella vittoria interna sulla Juventus, datata 18 settembre 2016: il primo successo casalingo sui bianconeri dal 2010. Di grande importanza per l’Inter anche le 29 reti in campionato (tra cui una meravigliosa tripletta nel derby) della stagione 2017/18, culminata con la qualificazione in Champions League.

Proprio la massima competizione europea è il teatro dell’ultima grande notte d’amore tra i tifosi nerazzurri e Mauro Icardi: il 18 settembre 2018, prima giornata del Gruppo B, Inter-Tottenham. Nella partita passata alla storia per “l’ha ripresa Vecino” è il capitano dell’Inter a dare il via alla rimonta con un meraviglioso destro al volo da fuori area.
Rimarrà quello il suo gol più bello per i meneghini: la stagione prosegue senza troppe gioie, con un malcontento della moglie-agente circa il rinnovo del contratto culminato con la revoca della fascia da capitano e un infortunio “fantasma” per evitare le convocazioni.

 

Icardi (@Shutterstock)

La separazione dall’Inter e la delusione parigina

Anche le più belle storie d’amore finiscono. Quella tra Mauro Icardi e l’Internazionale Milano non ha però un finale degno delle 6 stagioni passate insieme: messo fuori rosa a febbraio per le note vicende legate ad un presunto infortunio simulato, l’attaccante argentino ritornerà solo per le ultime partite.

L’ultima in maglia Inter è a San Siro contro l’Empoli, decisiva per la qualificazione in Champions. Maurito ha l’occasione per chiudere i conti e salutare degnamente i propri tifosi. Il suo calcio di rigore è però respinto da Dragowski; l’ex capitano guarderà dalla panchina i minuti finali, lasciando il campo a Lautaro Martinez: evento simbolico che segna il definitivo passaggio di consegne. In nerazzurro lascia comunque un segno importante: ben 124 goal e 29 assist.

Nell’estate 2019 viene ceduto in prestito con diritto di riscatto (50 milioni) al Paris Saint-Germain, dove spera di ritagliarsi un ruolo da protagonista e confermare di essere un campione. Come sappiamo le aspettative su Icardi a Parigi non verranno mai rispettate: 23 reti in 64 partite e fatica a competere con i compagni di reparto, campioni affermati e non potenziali.

 

Wanda Nara (@Shutterstock)

L’avventura turca: la (quasi) resa di Mauro Icardi

Più che per scelta l’esperienza in Turchia è stata dettata dalla mancanza di alternative valide. Mauro ci ha sperato fino alla fine di poter trovare un ruolo da protagonista in un campionato importante ma le sue recenti prestazioni non hanno convinto club di livello.

Si era parlato anche del Monza di Berlusconi, come possibile destinazione. Tutte squadre non all’altezza delle aspettative giustamente create sull’argentino. Com’è possibile che Icardi non abbia trovato un contesto idoneo per dimostrare tutto il suo potenziale?

Una serie di fattori e di circostanze poco favorevoli non hanno aiutato l’attaccante di Rosario: incapace di rivestire nel lungo periodo il ruolo di capitano di un club come l’Inter, Maurito è crollato sotto il peso delle responsabilità… e, forse, di un ego che stava diventando troppo grande. La voglia di non deludere i tifosi da una parte, la consapevolezza di dover gestire una moglie-agente con richieste importanti dall’altra e la scelta di assecondarla nella vita pubblica, non ha fruttato.

La spiccata personalità di Icardi non ha di certo aiutato, ricordando ad esempio la decisione di pubblicare un’autobiografia a soli 23 anni: “Sempre avanti”, il titolo. Il tempo va avanti, inesorabilmente; lui però è sembrato andare indietro. Ora l’esperienza in Turchia per provare a rilanciare una carriera, avviata verso una fine non degna del potenziale da campione di Mauro Icardi.

 

Icardi (@Shutterstock)

 

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