Nel 1956, il noto scrittore di fantascienza Isaac Asimov pubblicava il racconto “Il Cronoscopio“, in cui si narra dell’esistenza di una tecnologia in grado di captare e riprodurre immagini e suoni provenienti dal passato. Immaginate di possedere uno strumento, sulla falsa riga di un televisore, in grado di riprodurre ciò che stava accadendo in un esatto luogo e momento della storia; mera fantascienza? Forse non è così.
Se mai vi capitasse di sfogliare una vecchia rivista della “Domenica del Corriere“, potreste imbattervi in un controverso articolo, risalente al 2 maggio 1972, dal titolo che lascia ben poco spazio all’immaginazione: “Inventata la macchina che fotografa il passato“. Ma cosa c’è di vero dietro questo articolo? Cosa c’entra il Vaticano con questa vicenda? Asimov aveva predetto il futuro? Ripercorriamo quindi la “vera” storia del “cronovisore“, un dispositivo che permetterebbe di “vedere” nel passato!
La “Domenica del Corriere“, uno storico settimanale che negli anni ’70 stava vivendo un periodo buio, decise di scrivere e pubblicare l’articolo “del secolo”, che avrebbe di lì a poco causato molto scalpore in Italia. L’articolo si compone di quattro pagine, lungo le quali di districa un’intervista al monaco benedettino Padre Pellegrino Ernetti (1925 – 1994), il quale sarebbe stato l’inventore del cronovisore. Appassionato di fisica ed elettronica, nonché profondo conoscitore e studioso della musica arcaica, non si è limitato ad affermare l’esistenza di tale macchina, ma ne avrebbe anche definito per sommi capi il funzionamento:
“L’intera elaborazione si basa su un principio di fisica accettato da tutti, secondo il quale le onde sonore e visive, una volta emesse, non si distruggono ma si trasformano e restano eterne e onnipresenti, quindi possono essere ricostruite come ogni energia, in quanto esse stesse energia”.
Ernetti sosterrebbe quindi che ogni essere vivente lascia dietro di sé una certa “energia“, la quale sarebbe impressa nell’ambiente e quindi recuperabile e traducibile sottoforma di immagine e audio. Sulla base di questi enunciati, Ernetti ha affermato di aver collaborato con molti altri scienziati, tra cui niente di meno che Enrico Fermi e Wernher von Braun, dando alla luce questo dispositivo rivoluzionario.
Secondo la ricostruzione dell’intervista, Ernetti e i suoi collaboratori avrebbero testato il macchinario “sintonizzandosi” negli anni ’30, un periodo relativamente vicino su cui già si disponevano ampie testimonianze fotografiche, con lo scopo proprio di verificare quanto il cronovisore fosse attinente alla realtà. Così, Ernetti avrebbe assistito a uno dei pomposi discorsi di Mussolini, constatando la presunta efficacia del dispositivo. In seguito sarebbe andato più indietro nel tempo, quando ancora non esistevano strumenti di registrazione, ascoltando un discorso di Napoleone Bonaparte che annunciava la dissoluzione della Serenissima e l’avvento della Repubblica Italiana.
Questi, ricostruendo la vicenda esposta da Ernetti, non sarebbero stati altro che degli assaggi, infatti il monaco avrebbe altresì ascoltato un discorso di Cicerone, commentandolo con queste parole: “I suoi gesti, la sua intonazione…com’erano potenti. E che fantastica oratoria!“. Il momento storico, tuttavia, che più di ogni altro un fedele vorrebbe contemplare, riguarderebbe ovviamente la vita di Gesù:
“Vidi tutto. L’agonia nel giardino, il tradimento di Giuda, il processo…Il calvario”.
Molti dettagli in merito a questa vicenda, oltre che dall’articolo della “Domenica del Corriere“, ci arrivano dallo scrittore e religioso François Brune, il quale avrebbe avuto diversi contatti con Ernetti.
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