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Ibrahimovic senza freni: “Materazzi in ospedale? Una soddisfazione. E quella volta con Berlusconi…”

Nel suo nuovo libro “AdrenalinaZlatan Ibrahimovic ha rivelato numerosi retroscena “piccanti” e curiosi sulla propria carriera, alcuni sconosciuti al grande pubblico. Ad esempio il campione svedese ha ammesso che a dicembre 2019 fu ad un passo dal Napoli ma che la trattativa saltò per colpa di De Laurentiis. Ma a balzare all’occhio sono soprattutto le dichiarazioni su Materazzi e Lukaku, suoi grandi rivali.

La situazione

Come scrive nel suo libro, Zlatan Ibrahimovic dopo essere stato eliminato dai playoff di MLS con la maglia dei Los Angeles Galaxy aveva deciso di ritirarsi. Mino Raiola si impegna al massimo per fargli cambiare idea tempestandolo di telefonate, ma il giocatore era molto titubante. L’agente riteneva che uno del suo livello non potesse ritirarsi in America e che sarebbe dovuto tornare in Europa,  dove avrebbe facilmente trovato un contratto anche solo per 6 mesi.

Il documentario su Maradona

Qualche sera dopo Ibrahimovic guarda il documentario HBO su Maradona: “A un certo punto passano le immagini di una vecchia partita del Napoli e inquadrano il pubblico del San Paolo. Lo stadio è pieno zeppo. Il regista stringe l’immagine sulla curva più calda, i ragazzi sono accalcati uno sull’altro, cantano, urlano, pestano dei tamburi, si percepisce un’elettricità incredibile. Mi raddrizzo sul divano, osservo con attenzione e sento che l’adrenalina comincia a pompare, qui, nelle vene del collo. Tum, tum, tum… Telefono subito a Mino”:

«Chiama il Napoli. Vado al Napoli».
«Il Napoli?»
«Sì, vado a giocare a Napoli».
«Ma sei sicuro?» mi chiede lui, perplesso.
«Tu vuoi che io continui a giocare? La mia adrenalina sono i tifosi del Napoli. Vado là, a ogni partita porto allo stadio ottantamila persone e vinco lo scudetto come ai tempi di Diego. Con la vittoria del campionato italiano, li faccio impazzire tutti. Questa è la mia adrenalina».

La trattativa naufragata

Ibrahimovic e il Napoli trattano e trovano un accordo: Ibra è di fatto un nuovo giocatore dei partenopei. In Campania ritroverebbe Ancelotti con il quale ha condiviso parte dell’esperienza parigina. Ibrahimovic inizia quindi a cercare casa a Napoli, individua una villa a Posillipo ma, visto che l’accordo è per appena 6 mesi ed è consapevole del caos della città, valuta anche la possibilità di vivere in barca.

Il giorno in cui Ibrahimovic doveva firmare, l’11 dicembre 2019, arriva l’annuncio dell’esonero di Ancelotti. Ibrahimovic a quel punto diventa titubante e inizia a pensare che un presidente come De Laurentiis non possa dare stabilità alla squadra. Inoltre, nonostante il rapporto con Gattuso fosse buono, il giocatore non crede di essere adatto a giocare come centravanti nel suo 4-3-3 e il neo-allenatore nei giorni successivi non lo chiama. Facendo saltare definitivamente la trattativa.

La decisione del ritorno a Milano

“Qualche giorno dopo chiamo Mino e gli chiedo:
«A chi servo di più? Qual è la squadra più nella merda?. Io non sto cercando un contratto, io sto cercando una sfida».
«Il Milan ha perso 5-0 a Bergamo».
Di solito, per principio, non torno mai in una squadra in cui sono già stato con il rischio di fare peggio della volta precedente. Ma questa volta è diverso. Il Milan ha perso 5-0. Ordino a Mino:
«Chiama il Milan. Andiamo al Milan. La mia sfida sarà riportare al top uno dei più prestigiosi club del mondo. Se ci riesco, vale più di tutto quello che ho fatto nelle altre squadre. Questa è la mia adrenalina».

Le faide con Materazzi e Lukaku

Al Corriere della Sera, Ibrahimovic poi rivela: “Con Materazzi avevo un conto aperto, entrava volontariamente da dietro per fare male. Chiellini, Stam, Maldini… se volevano entravano anche loro per far male, ma sapendo come poteva finire per l’attaccante entravano duro ma pulito. Il contro con Materazzi l’ho saldato in un Derby. Quello entra a piedi alti, io salto, lo evito, e lo colpisco con una gomitata alla tempia. Pippo Inzaghi commentò: ‘Il più bel derby della mia vita: 1 a 0, gol di Ibra, Materazzi in ospedale… Ovviamente stava scherzando”. 

Sempre sulle faide della sua carriera, su Lukaku si può leggere: “Derby di Coppa Italia. Lui litiga prima con Romagnoli, poi con Saelemaekers; io intervengo per difendere i compagni, e Lukaku mi attacca sul piano personale. Da restare choccati, eravamo stati compagni allo United. Lui ha un grande ego,  pensa di essere un fenomeno. Ma io vengo dal ghetto di Malmoe, non ho paura di nessuno. Così l’ho colpito nel punto debole: i rituali di mamma. E lui ha perso la testa. Dentro però mi è rimasto un dubbio atroce… Quel Derby lo abbiamo perso. Io sono stato espulso e poi mi sono infortunato. Tutto ha iniziato a girare storto. Vuoi vedere che il rito la madre di Lukaku l’ha fatto per davvero? Ora devo saldare il conto anche con lui, spero di incontrarlo presto. Non in strada, le cose vanno risolte in campo. E poi io non provo odio per nessuno, tanto meno per Romelu”.

Il Milan del passato e del presente

Sulla situazione al “suo” Milan, Ibra racconta poi: “Durante la mia prima esperienza rossonera ho litigato con Allegri. Avevamo perso in Champions per 3 a 0 con l’Arsenal e lui era tutto contento perché avevamo comunque passato il turno. Io gli feci notare che non c’era nulla da ridere e lui mi rispose di pensare a me, che avevo fatto cagare. Io risposi: “Tu hai fatto cagare”. Per paura si era portato due portieri in panchina… Allegri è bravissimo a gestire lo spogliatoio, ma non ha coraggio. Uno come lui doveva andare al Real Madrid, misurarsi con un altro campionato. Invece ha fatto la scelta comoda“.

“Quando poi sono tornato la seconda volta in allenamento nessuno correva. Li ho presi a uno a uno e ho detto loro che se io mi ammazzo di lavoro loro devono fare lo stesso. Tutti mi hanno ascoltato, tranne Leao. All’inizio non mi dava retta, ma poi ci è arrivato da solo ed è migliorato tanto”.

Moggi e Berlusconi

Spazio anche a due figure importantissime nella sua carriera, Moggi e Berlusconi: Moggi con me è stato il top. Quegli Scudetti li abbiamo vinti e nessuno ce li potrà togliere. Moggi era uno che incuteva soggezione, ma non a me. Come anche Berlusconi. Silvio è troppo simpatico. Una domenica in tribuna a San Siro, mi fa sedere accanto a lui. Poi mi fa: “Ibra, ti dispiace scalare di un posto? Sta venendo una persona molto importante”. Io e Galliani ci spostiamo. Penso che stia arrivando, un uomo d’affari, un politico.. Invece arriva una donna bellissima, su tacchi impressionanti. Berlusconi mi strizza l’occhio: “Persona molto importante…”.

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di Marco Porreca e Pietro Magnani

 

Redazione NCI

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