Ecco dunque che questa élite di studiosi, mentre il mondo sta bruciando, inizia a lavorare al progetto. Si rinchiudono all’interno di una struttura nascosta e protetta dagli attacchi delle macchine di Faro: GAIA Prime. Dentro la struttura il lavoro sembra procedere a gonfie vele: Sobeck educa direttamente GAIA nel suo compito e gli altri studiosi danno vita alle sue sottofunzioni. Il lavoro, però, viene interrotto da un imprevisto che rischia di mettere a repentaglio l’intero progetto.
Nel sistema di sicurezza di GAIA Prime si apre una faglia che mette a rischio i ricercatori al suo interno. Basta che un solo segnale lasci la struttura per attirare le macchine di Faro, che distruggerebbero ogni progresso. C’è bisogno che qualcuno esca dalla struttura per riparare il danno, ma così facendo rimarrà bloccato fuori dalla struttura. La dottoressa Sobeck decide così, di sua spontanea volontà, di sacrificarsi per la causa. Lascia la struttura e ripara la faglia, permettendo a Zero Dawn di procedere indisturbato.
Condannata a una morte solitaria, Elisabeth si allontana dalla struttura, raggiungendo il ranch di famiglia in Nevada. Il suo cadavere sarà poi ritrovato da Aloy nella posizione in cui morì secoli prima: seduta su un divano, intenta a guardare per l’ultima volta il mondo sterile, consapevole che un giorno GAIA gli avrebbe ridato vita.
Senza la guida della dottoressa Sobeck, però, la situazione all’interno di GAIA Prime crolla precipitosamente. Mentre gli Alfa continuano a lavorare assiduamente a Zero Dawn, Ted Faro decide di intervenire nello sviluppo delle IA. Ossessionato dal progetto e dal pensiero di come il mondo rinascerà grazie ad esso. Nonostante non sia fisicamente all’interno della struttura, egli richiede continui aggiornamenti, tormentato da una particolare sottofunzione: Apollo.
Il suo ruolo non è altro che quello di archiviare l’intera conoscenza umana. Questa sarà poi tramandata agli umani che Ilizia, un’altra sottofunzione, creerà secoli dopo. Faro è convinto che riconsegnare la conoscenza attuale agli uomini sia un enorme sbaglio. Secondo lui, questo li porterà a ripetere nuovamente l’errore che egli stesso ha commesso. Rinchiuso nel suo bunker a chilometri di distanza da GAIA Prime, Faro riesce così a violare i suoi archivi digitali e a cancellare ogni dato raccolto da Apollo. Millenni di conoscenza persi per sempre.
A questo punto, indice una riunione con gli Alfa, durante la quale spiega come Apollo non sia altro che una “malattia” che corromperà le menti senza peccato degli uomini che verranno dopo di loro. Annuncia così ciò che ha fatto agli archivi di Apollo e, in risposta alle proteste degli Alfa, Faro hackera i sistemi di ventilazione di GAIA Prime facendo entrare al suo interno l’aria dell’atmosfera esterna. In questo modo, condanna a morte tutti gli Alfa e gli uomini del nuovo mondo a rimanere privi dell’attuale conoscenza. Fortunatamente la vita ha comunque un futuro, poiché gli Alfa avevano già concluso il progetto.
Eccoci arrivati alla fine della prima puntata di questa serie. Anche solo in questa parte iniziale, la lore di Horizon si presenta estremamente profonda e piena di spunti di riflessione. Si parla della fine del genere umano, che dedica i suoi ultimi giorni al tentativo di far risorgere la vita dalle ceneri.
La scelta finale di Ted Faro, poi, apre a numerosi spunti filosofici. Nella storia della letteratura, infatti, ricorre più volte l’idea della conoscenza come “maledizione”, sottintendendo che questa arrechi spesso più dolore che gioia. Il dubbio di Faro è più che legittimo e la decisione di negare la conoscenza attuale agli uomini del futuro è perfettamente comprensibile. Allo stesso tempo, però, Faro si illude che i “nuovi uomini” potranno vivere in un eterno stato di “ignara pace”, un’aspettativa che, come vedremo nel prossimo episodio, è ben lontana dalla realtà.
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