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Halloween: la Top5 dei match più “horror” nella storia del calcio

La storia del calcio è piena di ribaltoni clamorosi, harakiri totalmente inaspettati e partite folli. Nel giorno di Halloween andiamo quindi a ripercorrere la storia dei match “pazzi” per eccellenza. Tra squadre che hanno “visto i fantasmi”, altre date per morte e resuscitate, ecco a voi la Top5 NCC  delle “partite horror”!

Manchester United-Bayern Monaco: una finale da Halloween per i tedeschi

Il 26 maggio 1999, al Camp Nou di Barcellona, va in scena una finale di Champions League tra due squadre mai capaci di vincere la coppa dalle grandi orecchie (dopo la rivoluzione del format del 1991). Le protagoniste sono il Manchester United, guidato da Sir Alex Ferguson e il Bayern Monaco di Ottmar Hitzfeld.

Il match si apre subito con una marcatura: al quinto minuto Basler porta in vantaggio i tedeschi grazie ad una splendida punizione, che sorprende Schmeichel sul suo palo. La reazione dei Red Devils non è però delle più convinte. Qualche tiro sporadico, senza mai impensierire seriamente Kahn. La partita però cambia nel secondo tempo, grazie alle intuizioni di Ferguson. Sheringham sostituisce Blomqvist, consentendo il passaggio ad un 4-3-3 più offensivo.

Anche l’ultimo cambio dello United si rivelerà decisivo, con l’ingresso di Solskjaer a dieci minuti dalla fine. Il finale è convulso, con i tedeschi che sfiorano il colpo del KO, colpendo una traversa con Jancker, sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il destino vuole però che siano proprio i tiri dalla bandierina a decidere quella finale. Al novantunesimo, corner di Beckham, “mucchio selvaggio”, rimpalli e rete di Sheringham: 1-1. Due minuti più tardi, la storia si ripete, con la sponda dello stesso n°10 decisiva per la zampata vincente di Solskjaer.

Sono quindi proprio i cambi di Ferguson a regalare al Manchester United la Champions League, facendo vivere un vero e proprio Halloween fuori stagione al Bayern Monaco.

Milan-Liverpool: altra finale, altro dramma. Un Halloween… rossonero

Continuiamo questa Top5 restando nel mese di maggio, ancora in una finale di Champions League. Nel 2005, a Istanbul, Milan e Liverpool si affrontano in una finale che promette spettacolo. Gli uomini di Ancelotti partono forte, portandosi in vantaggio dopo appena un minuto, grazie a Maldini. Nel primo tempo c’è una sola squadra in campo e veste rossonero. Sul finire della frazione Hernán Crespo mette a segno due reti che sembrano indirizzare definitivamente la finale. All’intervallo è addirittura 3-0 per il Milan.

La ripresa dovrebbe essere una pura formalità, con tre gol di scarto a dare una certa sicurezza agli uomini di Ancelotti. Il calcio però, si sa, è uno sport molto strano. Basta poco per cambiare le sorti di una partita o di un’intera stagione. “6 minuti di follia”, come verranno poi definiti, bastano e avanzano. L’horror del Milan inizia al 54esimo, con un colpo di testa vincente di Gerrard: 3-1.

Passano appena due minuti e i Reds accorciano ulteriormente le distanza, grazie al tiro da fuori di Smicer. I rossoneri non hanno neanche il tempo di avere paura: altri tre giri di orologio e Gattuso atterra Gerrard in area, provocando un calcio di rigore. Dal dischetto va Xabi Alonso: rincorsa, destro a incrociare e parata di Dida. Sulla ribattuta è però lo spagnolo ad arrivare per primo sul pallone e stavolta, da pochi passi, non può sbagliare: dopo un’ora è 3-3.

Quello che sembrava un sogno si trasforma ben presto in un incubo per i rossoneri. La partita prosegue sul binario della parità e dell’equilibrio, prendendo la via dei tempi supplementari. A pochi minuti dalla fine Shevchenko ha sulla testa la palla della vittoria; Dudek è però superlativo, respingendo il tentativo dell’attaccante ucraino. Sulla respinta è ancora Sheva a calciare, questa volta a botta sicura. In qualche modo però la palla non entra: il portiere polacco di puro istinto la mette sopra la traversa. Finisce così: si va ai calci di rigore.

La lotteria dei penalty sa essere crudele: dopo gli errori di Serginho e Pirlo per il Milan, e Riise per il Liverpool, Sheva ha l’occasione per riscattarsi e rilanciare le speranze del Milan. Proprio lui, l’uomo decisivo dal dischetto nella finale contro la Juevntus nel 2003, si fa respingere la conclusione da Dudek, in serata di grazia. Termina così la serata da incubo del Diavolo, con il Liverpool che diventa Campione d’Europa per la quinta volta nella sua storia. Visti questi orrori nelle finali, Halloween andrebbe spostato a maggio?

 

Steven Gerrard con la maglia del Liverpool nel 2005 (@Shutterstock)

 

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Tommaso Bersanetti

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