È il 26 ottobre del 2004 quando Rockstar Games, due anni dopo l’uscita di Vice City, lancia su suolo americano Grand Theft Auto: San Andreas. Un titolo immenso, che si lascia alle spalle le luci al neon e la nostalgia degli anni Ottanta per catapultare i giocatori nell’ultimo decennio prima del nuovo millennio. GTA: San Andreas, di fatto, racconta gli anni Novanta nello stato di San Andreas, che comprende le tre città di Los Santos, San Fierro e Las Ventures e le relative aree limitrofe.
Con un gameplay e un comparto tecnico rifiniti e corretti rispetto ai primi due capitoli in tre dimensioni, San Andreas rappresenta un importante passo in avanti per la serie, che grazie anche all’introduzione di molte novità riesce a imporsi in tutto il mondo, diventando il gioco più venduto su PlayStation 2 con 27.5 milioni di copie. Ovviamente non sono mancate le polemiche e le discussioni, tra censure e lo scandalo Hot Coffee, ma ancora oggi il gioco è ritenuto da molti come il migliore dell’intera saga targata Rockstar Games.
Il protagonista di GTA: San Andreas è Carl Johnson, CJ, rientrato a Los Santos da Liberty City per il funerale della madre. Ciò che si trova davanti però è una città dilaniata dalla corruzione e dalle bande criminali, con Grove Street che è stretta nella morsa dei Ballas e delle gang sudamericane. A non essere cambiati sono i suoi amici di sempre, ormai la sua unica famiglia: Sweet, Big Smoke, Ryder e la sorella Kendl. Il quartiere è in difficoltà, con la polizia che complica ulteriormente la situazione. CJ decide dunque di dare una mano per riportare le famiglie di Grove Street in vetta alle gerarchie della città. È così che inizia l’odissea criminale di Carl.
È nel quartiere di Ganton che il giocatore inizia a muovere i primi passi nell’universo di San Andreas. Le prime missioni lo introducono alla vita in città, che rispetto ai capitoli precedenti si caratterizza di moltissime attività secondarie. I negozi di vestiti, i fast-food, Ammu-Nation, le palestre, i negozi di vestiti, gli appuntamenti con le ragazze e la gestione dei territori delle famiglie di Grove Street: queste sono solo alcune delle tantissime attività opzionali presenti.
Durante l’avventura principale, infatti, Carl si sposterà progressivamente verso San Fierro e Las Venturas, anch’esse tinteggiate dalle dicotomie tipiche degli Stati Uniti di fine anni Novanta, che offriranno nuove opportunità di gameplay e situazioni bizzarre. Tra missioni sopra le righe, personaggi stravaganti e sequenze spettacolari, la storia si CJ racconta gli eccessi e le contraddizioni della società americana, il tutto in un’esperienza fortemente cinematografica, soprattutto per il 2004. Nonostante il focus sulla narrazione, comunque, Grand Theft Auto: San Andreas non si dimentica di essere innanzitutto un videogioco, presentando molte novità sotto il profilo ludico.
Oltre all’incredibile storia personale di Carl Johnson, ciò che ha fatto innamorare milioni di giocatori è il gameplay di GTA: San Andreas. Rispetto al terzo capitolo e a Vice City i sistemi di movimento e di mira sono stati migliorati e perfezionati. I movimenti sono più rifiniti, le fasi di guida sono più fluide e lo shooting è più preciso. Per l’epoca, il gioco Rockstar si fa giocare divinamente. Invero, San Andreas è invecchiato anche piuttosto bene, soprattutto per quanto concerne la guida e l’esplorazione.
Oggi il sistema di puntamento può risultare piuttosto macchinoso, ma con un po’ di pratica risulta comunque godibile. A essere immortali sono invece le atmosfere e la profondità delle meccaniche di gioco. I tramonti di Los Santos e le luci al neon dei casinò di Las Venturas sono ancora incredibilmente affascinanti, mentre alcune dinamiche ludiche sono rimaste insuperate dalle successive produzioni Rockstar e non solo.
Il gameplay di Grand Thef Auto: San Andreas presenta infatti alcuni tratti quasi ruolistici, che rendono l’esperienza di gioco molto più profonda e immersiva. Andando in palestra CJ aumenta la sua massa muscolare, mentre se mangia troppo nei vari fast-food rischia di mettere su peso. Comprando dei vestiti nei negozi di lusso e guidando macchine sportive aumenta il suo sex-appeal, correndo e nuotando aumenta invece le statistiche di stamina e di apnea. Utilizzando determiante armi migliora nella mira e nella loro efficacia, e lo stesso avviene con la guida, dalle moto alle auto arrivando fino alle barche e agli aereoplani.
Sono questi, in definitiva, i motivi per cui ancora oggi, a distanza di vent’anni, molti giocatori ricordano con piacere le ore passate in compagnia di Carl. Dalle scorribande con i compagni di Grove Street alle corse clandestine con Cesar; passando per le rapine con Catalina, le varie scuole di guida, gli inseguimenti del treno e i vari tradimenti e colpi di scena che caratterizzano la storia principale, il tutto condito da un’eccellente colonna sonora e da un comparto tecnico e artistico di prima categoria: sono questi elementi che, uniti a una libertà pressoché totale, hanno reso eterno GTA: San Andreas.
E voi, che ricordi avete con l’odissea criminale di CJ? Avete mai giocato a Grand Theft Auto: San Andreas? Qual è il vostro episodio preferito della saga targata Rockstar Games? Fatecelo sapere sulla nostra pagina Instagram! E non dimenticate di continuare a seguirci qui sulle pagine di Nasce, Cresce, Respawna per rimanere sempre aggiornati su tutto il mondo del gaming. Se l’articolo vi è piaciuto, leggete anche:
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